• Taccuino
• Lanzi

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. Si tacciono altre rare come l 'Emiliano di assai buon contorno e insolito in que

Rennaj di Caracalla e Giulia Pia, un Emiliano in bronzo, un Gordiano Africano maggiore,

, un bel Diadumeno, un bell 'Emiliano ecc. Vi ha parecchie medaglie di

• Taccuino
• Venturi

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tipo del bambino farebbero pensare a un maestro emiliano, intorno al 1515. L 'ornato

figurine nelle orlature che hanno tutto un sapore emiliano: disegnate dal Munari? Sopra la

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• Longhi

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'troppo alla carlona le chieste del contado emiliano. Qui è delicato, poetico, perché

, ma perché è pur sempre di un emiliano poco dopo la metà del secolo, non

, in ogni caso, soltanto di un emiliano anonimo verso il 1510-15 ; in qualche rapporto

correggesco solo per cagione di un restauro secentesco emiliano che ne ha addolcito e trasformato profondamente i

verrocchiesco o giù di lì) il sapore emiliano trabocca per ogni verso: il paese ha

della Galleria di Modena è di un raffaellista emiliano più tardo e generico; il Sant '

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Bono. Il cofano dipinto attribuito ad Emiliano coetaneo del Tura e dal Venturi posto in

. Vedi a p. 20. Emiliano derivato dal Cossa. Madonna con San Rocco

San Sebastiano e un devoto. Non soltanto emiliano, ma specificamente ferrarese. Piuttosto che dal

, come a Faenza. Di un anonimo emiliano romagnolo c. 1490. Faenza.

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caso, non si tratti di un raffaellista emiliano che si rammentasse proprio del dipinto del Costa

chi sa, trattarsi di un altro anonimo emiliano o ferrarese o magari anche, aggiungo ora

essi, un delicato accademismo di stampo tutto emiliano, tra il Francia tardo e il timido

leva il sipario obnubilato del raffaellismo emiliano, mentre, alla ribalta, le onde

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, di discendenza dal « gotico fiammante » emiliano (com 'era nella miniatura locale contemporanea

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me, non fiorentino, ma di un emiliano della prima metà del secolo che prelude Jacopo

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nella sua « Storia », ad un emiliano affine al Bonascia, ma che nei piani

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- non si ritrova altrove che in un emiliano, in Barnaba da Modena, anch '

nudo sproporzionale, empiricamente veristico, del romanico emiliano cui Vitale appartiene; appartiene al punto che

suoi modi qualche tratto proprio al linguaggio artistico emiliano; si vegga, fra l 'altro

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che, entro l 'incorniciatura di gusto emiliano, siede già nel roseto caro a Gentile

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troppo spesso alla carlona le chieste del contado emiliano, ma quando lavora, per dir così

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delle Marie al sepolcro) fu proprio un emiliano, Barnaba da Modena, che lo vide

il nudo empirico, naturalista dello spirito romanico emiliano cui Vitale appartiene; appartiene al punto che