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Libro della Beltà e Grazia.

Varchi Benedetto 14 risultati

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. Il primo dubio è malagevolissimo, et io non osarei parlare così allo imprevisto, se

Dico adunque, più per desiderio ch 'io ho di piacere a V. S.

e dichiarato il primo dubio: perch 'io direi che la grazia può esser e star

fussi possibile ritrovarsi bellezza senza grazia, che io per me vorrei più tosto esser graziato che

gli facevono pro esso a bisogno; e io, non per contendere con ingegno sì grande

dichiarando quella, si verrà ancora, se io non m 'inganno, a dichiarare il

'Aristotele. La contradizione è, che io ho detto che la bellezza non può essere

nei suoi divini sonetti. Onde, quando io dico che la bellezza non si può star

E se alcuno mi dimandasse perch 'io nella diffinizione della bellezza non ho detto '

sue cose? Né però muove, che io creda, se ben diletta e piace.

Ma perché l 'ora è tarda e io mi sono disteso nello scrivere, non mi

scrivere, non mi accorgendo, più che io non pensava, mi [serberò] a dichiarare più

prima non si conosce. Ecco ch 'io ho detto a V. S.,

il sentimento della sua littera. E perché io non so se mi sono stato troppo lungo

Dialogo di pittura di Messer Paolo Pino nuovamente dato in luce. 

Pino Paolo 36 risultati

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eh? Scocca pure, ad ogni modo io son armaio dei tuoi segreti. La

grande a veder cose allegre, perch 'io son, come tu sai, più che

nell 'amor della patria, ch 'io m 'abbagli in discernere il vero.

Fa. Voi pure sapete ch 'io sono pittore, e non filosofo. Leggete

. Vi faccio fede che, s 'io fossi stato Zeusi, arrei prima usato con

molto difficili. Fa. Oh, io presuppongo parlare con chi intende, come buon

intende, come buon pittore, perch 'io non fo professione d 'insegnarvi, ma

voi anco gustate del medesimo piacer ch 'io partecipo. Fa. Tant 'è

ciò che le piace. La. Io ne son chiarissimo. Mi sapreste voi dire

bei colori in opera per trarre i quattrini io non intendo parlarne. Or, ritornando al

tal maestro. Fa. Così tengo io, et a vostra confirmazione vi voglio raccontare

per far più abondevole questo vostro desiderio, io voglio farvi intender che cosa è pittura,

legge. La. Per Dio, io ve ne volevo richieder, ma stavo ambibiguo

arte nostra, più dolce intratenimento ch 'io possi gustare è il ragionar di lei et

Quanto alla prima parte, detta disegno, io voglio anco dividerla in quattro parti: la

Fa. Anzi dubito che, non essendo io pittor di poca auttorità, pur mi sodisfacio

chi intende, più di quel ch 'io dico. La. Io v '

ch 'io dico. La. Io v 'intendo benissimo, ma non però

intelligenzia e pratica de buon maestro; et io, ch 'intendo ragionare con chi è

La. Lo voreste voi e lo bramo io, ma ci manca il sapere. Ditemi

Fa. Vi dirò il vero, io vi tengo per sospetto; e perch '

vi tengo per sospetto; e perch 'io sono di natura cerea, voi credete facilmente

. Fa. Oh, s 'io sapessi discernere veramente questo che mi richiedete,

vi debbo mancar dell 'openion mia. Io tengo che lo dipignere a oglio sia la

l 'è più ispediente, ond 'io esprimo con maggior prestezza il mio concetto,

non conumerar nella pittura. La. Io concorro nella vostra openione circa il dipignere a

ch 'è detto da Salamone. Et io non porto invidia ad altri ch 'a

eretico fetidissimo. Fa. Così tengo io veramente. La. Non getiam più

fornire, eh? che volete ch 'io dica? Informatime voi. La.

voi mi richiedete queste resoluzioni come s 'io fusse il maestro delle sentenzie. Pur,

difficultà si concerne l 'onor nostro, io m 'affaticherò in farvi intender quello ch

quanto alla gran còppia de 'pittori, io non ho inteso mai, nel ragionamento mio

? La. M 'avveggio ben io che voi dite queste parole masticando il prencipio

dell 'arte, vi parrà ch 'io nieghi l 'integrità degli altri pittori,

dilettevole da vedere che da fignere; pur io ho veduto di mano di Tiziano

ho detto, sopplite da voi stesso et io starò a udire. La. Torniamo

Lezzione, nella quale si disputa della maggioranza delle arti e qual sia più nobile, la scultura o la pittura, fatta da lui publicamente nella Accademia Fiorentina la terza domenica di Quaresima, l'anno 1546

Varchi Benedetto 28 risultati

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membro dal suo capo, da quella che io trattai, ieri furono otto giorni, nella

stesso la propia verità di cotale disputa, io, non volendo non compiacervi, non posso

della brevità del tempo nel quale fummo costretti io a dettarla e voi a scriverla, poi

sé la presunzione et ignoranza mia, et io lodare appo tutti la cortesia e giudizio di

caccerà del nido. Anzi credo io che si possa dire con verità che niuna

essendo animate. E chi mi dimandasse perché io la prepongo alla scultura et alla pittura,

cavato tale oppenione; le quali parole credo io per me che si debbano intendere non secondo

e la cagione di questo è, penso io, perché allora si chiama perfetta alcuna cosa

Disputa Seconda. Io non penso che niuno di qualche ingegno si

alcuno mi creda tanto arrogante e presuntuoso che io osassi di muovere questa dubitazione e disputa per

sia lecito dire liberamente quel poco ch 'io n 'intendo, rimettendomi in tutto e

cioè a Michelagnolo . E perché io non desidero altro che trovare puramente la verità

arei scritto ancora a tutti gli altri che io conosco fuora di qui. Et in vero

di giudizio nell 'altre. E benché io potessi dire brevissimamente l 'oppennione mia,

parte e dell 'altra, innanzi che io venga a rispondere alle ragioni de 'pittori

che sia accettata con quell 'animo che io la dico, e se non sarà come

la dico, e se non sarà come io penso e certo vorrei, non s '

. Dico dunque, procedendo filosoficamente, che io stimo, anzi tengo per certo, che

ingegni non abbiano trovato infino qui, che io sappia, questa verità, perché, se

confessato che avessero il medesimo fine. Et io per me, per quel poco che n

della guerra. Non negarebbero già, penso io, che la pittura per essere nel vero

può meglio sprimere, e concederebbero, credo io, che, in quanto agli accidenti,

arebbero detto più veramente, secondo ch 'io penso e come può vedere ciascuno, se

Al settimo et ultimo argomento, credo io che gli scultori lo concederebbero tutto per quelle

O frate, disse, questi ch 'io ti scerno Col dito, et additò

fra i poeti et i pittori; et io per me, come non ho dubbio nessuno

che si vede oggi nel Campidoglio. Et io per me non dubito punto che Michelagnolo

concetto? Perciò che volendo, per quanto io mi stimo, significare che per sepolcro di

Lettera a Benedetto Varchi

Vasari Giorgio, edizione del 1549 12 risultati

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, dimandare a me di quel ch 'io intendo circa la maggioranza e dificultà della scoltura

maggioranza e dificultà della scoltura e pittura, io non vorrei far sì, per l '

per il primo servizio che chiesto mi avete io non volessi farlo, anzi ho di grazia

cosa; e Dio il volessi ch 'io fussi abile a satisfarla, per potervi in

e non quello che so d 'essere io stesso. E per dirvi: ritrovandomi in

vostra, la quale stimo più che se io goffo appresso di le vostre virtù sarò tenuto

. Orsù, da che volete ch 'io rider vi faccia, dico questo, per

questo, per pruova di quel ch 'io sento operando in tale arte. Quello

le piume degli uccegli apparire. Che dirò io della piumosità de 'capegli e della morbidezza

messo per far quei quattro berlingozzi ch 'io fo, a un 'altra scienzia l

'avessi donato, credo, s 'io non m 'inganno, che vivo canonizzato

raro e divino. Al quale s 'io non l 'ho sodisfatto, perdoni a

Lettera a Benedetto Varchi

Bronzino Agnolo 5 risultati

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di scrivervi, in quel modo ch 'io saprò più chiaro e breve, quale delle

debba l 'altra preporre. E perché io intendo d 'accostarmi dall 'una delle

bisogno di lunga e diligente considerazione: né io prometto però parlarne a pieno, ma,

però parlarne a pieno, ma, come io dissi, più chiaro e più breve che

dissi, più chiaro e più breve che io potrò. Sogliono adunque quegli che delle

Lettera a Benedetto Varchi

Pontormo Iacopo (da) 5 risultati

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Suo Osservandissimo El diletto che io so che voi, magnifico M. Benedetto

mai la natura, oltre a, come io dissi di sopra, migliorarle, e co

molte altre appartenenze infinite. Ma quello che io dissi troppo ardito, ch 'è la

lettera, il che è farvi noto che io vi sono ossequente e a 'piaceri vostri

'è ora nella beva sua, ma io, perché le non vi paressino cerimonie troppo