'io aveva ravvisato il Berruguete padre nei dipinti dello studio di Urbino, è risbucata la
; donde la supposizione, confermata da parecchi dipinti, che negli ultimi anni di vita il
, fin oggi, gli possiamo riconoscere altri dipinti oltre questi due. È palese intanto ch
tonda del Boccaccino. Non vedo perché questi dipinti non lo rappresenterebbero bene intorno al 1506,
più a fondo le parentele fra i due dipinti, non so. Forse perché mentre si
privata, ravvisata dal Supino, o nei dipinti eseguiti dopo il ritorno a Pisa. Ma
'ultima data inscritta in uno dei suoi dipinti. E ci par che resti sempre immutata
. Nulla di ciò, invece, nei dipinti del Dosso che si è soliti a collocare
della Vergine ripete alla lettera quello dei due dipinti esaminati, chi non avverte che la stampa
Madonna di Foligno che riassomma. Così altri dipinti minori, probabilmente intorno al '20,
Per tornare al Dosso maggiore, e ai dipinti a lui attribuiti nella Mostra, ci par
. I suoi titani cinerei e nebbiosi, dipinti in quel « gusto velato » di cui
, ma il ricordo dei soggetti antichi, dipinti dal Garofalo e da Gerolamo da Carpi nel
, purtroppo, le sequenze di paesaggi puri dipinti dal Dosso per le camere Estensi; ma
, ecc., e si datano i dipinti più tardi dell 'ancona Roverella, supponendo
Caterina adorata da una monaca. Questi due dipinti non saranno mai d 'accordo. La
nella parte che spetta al Cicognara nei tarocchi dipinti per Ascanio Sforza nel 1484 (Galleria di
Pedro Berruguete in una fase visibilmente anteriore ai dipinti di Urbino; l 'architettura suggerisce veramente
e il Beato Bertoni. - Anche questi dipinti appartengono all '« Utili », cioè
segno di cultura ritardata, è chiaro che dipinti così fatti toccheranno all 'incirca al 1485
di un collaboratore di Schifanoia) e due dipinti dal Convento di Sant 'Antonio in Polesine
la somiglianza fra il tipo femminile dei tarocchi dipinti dal Cicognara nel '74 e quello delle
più facile spiegarsi i motivi comuni a questi dipinti e al quadretto Berenson. Ciò spiega
guisa che si vede anche nei ritratti bentivoleschi dipinti dal Costa in San Giacomo Maggiore nel 1488
affreschi dell 'Oratorio di Santa Cecilia, dipinti nel 1506. E qui soggiungiamo, di
mutato più volte opinione su alcuni di questi dipinti. L 'ultima forma del suo pensiero
disegni di 'Guerra-pittura '. Quanto ai dipinti veri e propri, se Carrà si presentava
dimenticare che ancora in questi anni Carrà rielabora dipinti intrapresi nel pieno della 'metafisica '(
attimo prescelto da render naturale il trapasso ai dipinti dove l 'impulso inizialmente patetico e drammatico
, una serrata convenienza stilistica fra i due dipinti. Questa esiste infatti, anche a mio
dell 'aneddoto come si vede in parecchi dipinti senesi del Trecento, da Duccio a Taddeo
di mera etichetta), fra i due dipinti nulla è di comune, nulla di paragonabile
dell 'Aspertini a Santa Cecilia e i dipinti di Lucca sono, almeno internamente, contemporanei
, e anche stretti, rapporti iconografici con dipinti di Giovan Francesco Maineri egli ne cava la
occorso anche di rivedere recentemente un altro dei dipinti che cinquant 'anni fa portavano il nome
affreschi a chiaroscuro in S. Petronio, dipinti poco dopo i venticinque anni, non mostrano
nulla di più affascinante che questi due brevi dipinti: immaginarli, bisognerebbe, a palazzo del
, dove si saccheggiarono i motivi sparsi nei dipinti ferraresi portati a Roma dalla liquidazione politica del
dunque colpito bene l 'origine modenese dei dipinti. Ma oggi si può andare anche oltre
Gozzadini, sempre incerto per gli altri due dipinti. Noto, tuttavia, che in relazione
Colla maestria di ardore intensità con cui furono dipinti gli aeroritratti di Mussolini e Marinetti abolire la
e la genialità delle opere esposte. Apparvero dipinti piloti, macchine aeree paesaggi sorvolatile fantasie di
non valere il legno su cui pur furono dipinti. Ci si trascina così per qualche altro
di seguito, per le note singole sui dipinti esposti al pubblico nel 1937; ma dove
freddezza di fronte a questi e altri consimili dipinti, mentre qui, nel « corollario »
ripulitura, dalla nota « saponificatrice » di dipinti, Niccolina Carusi. L 'opera è
», 1938) di ricostruire, da dipinti più tardi trecenteschi, l 'aspetto generico
sulle parti di sapor ferrarese nei due famosi dipinti giorgioneschi degli Uffizi ho dato qualche cenno nel
a questa prima fase sembrano essere ancora due dipinti: l 'Annunciazione a fresco in San
bordi della tavoletta si lega così schiettamente ai dipinti della prima fase, al pari del Cristo