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Discorso intorno alle imagini sacre e profane, diviso in cinque libri, dove si scuoprono varii abusi loro e si dichiara il vero modo che cristianamente si doverìa osservare nel porle nelle chiese, nelle case et in ogni altro luogo. Raccolto e posto insieme ad utile delle anime per commissione di Monsignore Illustriss. e Reverendiss. Card. Paleotti Vescovo di Bologna. Al popolo della città e diocese sua.

Paleotti Gabriele 50 risultati

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  • Trattati d'arte del '500
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sono operazioni dell 'intelletto, non potiamo noi così vestirle che le facciamo venire obietto del

Sì che per queste o simili ragioni pensiamo noi che i più valenti et aveduti pittori,

potendo attribuirli cosa alcuna, quantunque degna tra noi, senza imperfezzione o dipendenza, presero partito

essendo la più eccellente cosa che sia tra noi, e come divina, non potiamo trovar

eccellenza. Intorno a che avendone voluto noi udire il parere di persone segnalate, non

un sol vizio. Nientedimeno non vogliamo noi restare di non soggiungere, secondo la debolezza

rappresentare la grandezza loro; e però ricordiamo noi alle persone essercitate nelle lettere e studii,

più tosto intendere da altri, che proporla noi, però tochiamo solo al presente alcune cose

, appartenente alla vita nostra. Sappiamo bene noi esser state da alcuni non indottamente assignate varie

, tertia per aenigmata. Ma a noi non importa di fermarci in questo, e

come torna più loro a proposito. Noi dunque, sì come non pretendiamo di volere

di falsi dèi, o di altro da noi di sopra notato, avertisca ancora, quando

questi scogli e caminare senza intoppo, lodiamo noi grandemente quei che sogliono valersi delle parabole evangeliche

del frumento congregato nell 'aia, da noi detta ara, dove si batte il grano

, mali eiecti. Le quali parabole noi ora adduciamo per esempio, intendendo di ricordare

e non mancano di molte obiezzioni. Noi lasciamo ora l 'etimologia di questa voce

esse vi può avere l 'autore; noi, lasciando per ora la intenzione occulta,

la intenzione occulta, che non appartiene a noi di giudicare, e può essere buona e

per tale si è publicato al popolo; noi rispondiamo che questa è burla, poi

diversa dalle communi e da quelle di che noi ora trattiamo; e però di esse non

si è discorso, potrà restare chiaro che noi non destruggiamo tutto l 'ordine delle imprese

fazzioni nominate Guelfi e Ghibellini. Ma noi lasciamo ora tutte queste contese non necessarie al

al presente occuparci in questo, bastando a noi, tralasciata la varietà delle opinioni circa la

oggi le adoprano, ma perché, vedendo noi che da molti s 'usano indifferentemente con

alle prime; però, non ci estendendo noi più oltre, lascieremo considerare più attentamente alle

sempre quella per sua impresa e lasciando a noi altri esempio di scordarci queste nostre terrene et

bene doveriano bastare le ragioni altre volte da noi addotte per mostrare che nelle chiese non capiscono

particolar ragioni, perciò siamo stati mossi ancor noi a ragionarne particolarmente. Pare ad alcuni

ognora più ampliate et ornate. Ma noi diciamo che, sendo le chiese case d

al culto suo, non pare ragionevole che noi introduciamo nella casa de altri l 'insegne

Dio, ma tutto è instrumento per dar noi stessi a conoscer ad altri. E

perdere tutto il merito; il che però noi intenderessimo secondo la intenzione con che si sono

in opere così fatte, dove, facendo noi professione di magnanimità, veniamo con queste arme

volevano deificare; ad esempio de 'quali noi più copertamente in luogo delle imagini riponiamo queste

epitafii e le insegne de 'defonti, noi di ciò ci reserviamo a parlare al suo

Ma il fine delle pitture, di che noi ragioniamo, è molto diverso, perché,

il che è cosa diversa da quello che noi pretendiamo. L 'altra opposizione è

che anco nella voce e nella scrittura giudichiamo noi essere necessaria molta considerazione, per fuggire il

si mutano, si revocano come piace a noi. Ma le pitture, di che ragionamo

nel capo seguente; oltre che non intendiamo noi di biasimare alcuno, ma sì bene tra

et elle ne ricevessero questo danno. Perciò noi, per maggiore dichiarazione di quello che sentiamo

minus habens. Da questo si vede che noi assolutamente non riprendiamo tutte l 'arme nelle

da imitare, poi che, non conseguendo noi per ordinario il fine che disignamo, veniamo

ad avanzarci assai. Dunque molto utilmente crediamo noi che farà ciascuno, quanto più si allontanerà

usano troppo spesso in male. Però noi consiglieressimo chi ha in animo di fare queste

ha proposto, nel che certamente non potiamo noi se non dubitarne assai. Imperoché, presupposto

. Il che tutto sia detto da noi per semplice discorso, sperando che agli animi

quel maggior frutto per l 'anime che noi le preghiamo. Cap

di volere sodisfare a tutti indifferentemente. Ma noi diciamo che non conviene ad uomo savio,

, come al presente presupponiamo, pareria a noi che la pittura, la quale ha da