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Discorso intorno alle imagini sacre e profane, diviso in cinque libri, dove si scuoprono varii abusi loro e si dichiara il vero modo che cristianamente si doverìa osservare nel porle nelle chiese, nelle case et in ogni altro luogo. Raccolto e posto insieme ad utile delle anime per commissione di Monsignore Illustriss. e Reverendiss. Card. Paleotti Vescovo di Bologna. Al popolo della città e diocese sua.

Paleotti Gabriele 14 risultati

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a quello che si richiede, non mancheremo noi di soggiongere il parer nostro, qualunque si

quelle che da lui sono racconte. Ma noi dubitiamo assai che il mettere oggi in campo

altra maniera hanno di ciò discorso. Ma noi diciamo che tutti questi e simili altri modi

Il quarto modo è quello che da noi nel primo libro fu esposto, mentre parlammo

non converria così; perché pretendiamo di presente noi, partendoci da 'termini in astratto e

perfetti et imperfetti. Questo esempio pare a noi che debba movere molto i pittori dell '

. E da queste quattro cose giudicheressimo noi che si venessero ad abbracciare quattro gradi o

et in diverse altre cose di sopra da noi raccontate, che diligentemente si avranno da osservare

parte quello che si dovria. Peroché sappiamo noi bene ch 'essi, riguardando le pitture

l 'ultima qualità di persone, che noi chiamano spirituali, il qual nome dovria abbracciare

avessero avuto a dipingere col fine che a noi è proposto, avrebbono fatto pitture di modestia

eccitava a divozione. Intorno a che avendo noi in altro luogo da ragionare più a lungo

mezzi, onde s 'introduce dentro di noi la lascivia, si è il senso dell

X. Della forte impressione che dentro di noi si causa dalle cose che si rimirano con

Lettera di Messer Bartolomeo Ammannati, architetto e scultor Fiorentino, agli onoratissimi Accademici del Disegno.

Ammannati Bartolomeo 3 risultati

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Accademia del Disegno, et avendo avuto fra noi assai utili e buoni ragionamenti, massimamente nel

'arreca e produce. Et or crediamo noi che quegli antichi e moderni scrittori, i

spero che, sotto sì prudente Pontefice qual noi siamo, tal abuso vizioso si torrà via

Eccellenza della statua del San Giorgio di Donatello Scultore Fiorentino, posta nella facciata di fuori d'Orsanmichele, scritta da M. Francesco Bocchi in lingua fiorentina; dove si tratta del costume, della vivacità e della bellezza di detta statua

Bocchi Francesco 33 risultati

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preso di lodare Amore alcuna cura; così noi più giustamente forse maravigliare e dolere ci possiamo

artefici in simil modo come gli antichi da noi non siano con lodi esaltati. Perché nessuno

onore e nelle tenebre sepolta. Ma perché noi sì fatta conoscere la possiamo, innanzi che

et altre quelle del parlare oratorio, così noi altresì il costume, la bellezza e la

Onde egli pare che molto sia ragionevole che noi più tosto di quelle cose favelliamo, che

forse soprastare la vedremo. Ora, perché noi questo più comodamente fare possiamo, egli ci

sarà per questa cagione fuor di proposito che noi consideriamo quale sia questo negli uomini che vivono

mezzo di molte parti si possa vedere, noi nondimeno di quella solamente dobbiamo favellare, la

volto umano, e non quelli stessi, noi nondimeno, secondo l 'uso del Filosofo

dalla cosa da cui egli è preso potremo noi agevolmente considerare. Quando alcuno uomo di gran

. È non gran tempo, sì come noi sappiamo, che dal Gran Signore de '

lo lasciò partire. Per le quali cose noi dir possiamo che non solo i costumi de

conoscere che egli ciò negli uomini opera come noi detto abbiamo, molto quel fatto di Filippo

e tutto differente. Perché qual cosa pensiamo noi che, trovandosi Cesare nella Spagna et avendo

), qual cosa, dico, pensiam noi che fosse cagione di questo, se non

a ciò, come se quegli, che noi miriamo, vivo fosse e movente, e

cagione di tutte le cose, delle quali noi sopra il costume abbiamo detto, facilmente potremo

et a cose sublimi si travaglia. Onde noi per questa cagione potremo dire che questo costume

ancora per lo costume; nel quale guardando noi, non solo il considerare non ci è

mirabile et incredibile. Ma che diremo noi della gran forza che ha questa figura in

cosa sia quello per manifesto segno, che noi sovente, e quasi ad ogni ora,

E per dire di quello che è a noi a proposito, quel caso solo ci può

della fede nostra scrivendo testimonia. Che diremo noi del gran valore e della molta virtù che

di Giove e questo costume, di cui noi favelliamo, esprimere altamente, non potendo quello

et eroico ci dimostra. Per questo noi dire possiamo che l 'opera di cui

, che sono simili a quella di cui noi ragioniamo, non potrebbono gran fatto la loro

vita nostra, io dico quella parte che noi virtuosamente viviamo, è tutta azzione e vivacità

Per la qual cosa, che altro pensiamo noi che sia la nobiltà, che una vera

contrasta e vince le maggiori difficultà che a noi si possano parare davanti. Perloché non poterono

Onde per lo costume e per la vivacità noi bene potremo affermare che questa statua, con

Per non lasciare in dietro questa cosa, noi possiamo dire (poiché all 'adoperare che

, così la perfezzione delle opere di che noi parliamo è tutta nella vivacità collocata e per

et i Latini e così distesamente, come noi leggiamo, ne hanno favellato, né noi