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Il Figino. Overo del fine della pittura. Dialogo del Rever. Padre D. Gregorio Comanini Canonico Regolare Lateranense. Ove, quistionandosi se 'l fine della pittura sia l'utile overo il diletto, si tratta dell'uso di quella nel Cristianesimo e si mostra qual sia imitator più perfetto e che più si diletti, il pittore overo il poeta.

Comanini Gregorio 27 risultati

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  • Trattati d'arte del '500
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che è disdicevole in iscrittura, perché vogliamo noi dubitare che non sia disdicevole ancora in pittura

e rappresentarla con quella forma di vecchio che noi pittori communemente le diamo? Percioché da valent

'uomini m 'è stato detto che noi facciam male, come quelli che figuriamo la

dipingerla tanto più che non è oggidì tra noi cristiani (per quanto io creda) alcun

forma. E sì come fu prima tra noi determinato che, perché la persona del Padre

. Ma non vorrebbono alcuni, che da noi, quando formiano pitture sacre, nulla si

. La qual cosa non è però da noi osservata. Mar. Di quello che

per sigillo del mio discorso. Quante cose noi vediamo tutto dì dentro quest 'ampio teatro

loro e come fugaci. Oltraché, se noi andiamo considerando l 'uomo secondo le parti

giova: vedremo che l 'utilità che noi ne caviamo avrà più spaziosi confini del diletto

poeta sia di bisogno. Tanto più che noi abbiam detto la pittura più risomigliare la poesia

qual verisimilitudine ha questa favola? Ma se noi l 'anderemo allegorizzando e diremo che Omero

sconvenevolissimo era stimato. L 'istesso ancora noi possiam dire di molte cose che si leggono

E potendo far ciò, quale sconcio vorremo noi dire che Michelangelo abbia fatto nel

obligato. Gua. Ma che diremo noi, o Figino, di quei pittori i

e cavalcare ancora una canna, lo veggiamo noi e lo dice Orazio: Ludere

. Ma di ciò non si quistioni tra noi. Seguite pure il vostro discorso.

sirocchia ». Allor si volse a noi e pose mente, Movendo 'l

Ma qual idolo di fierezza vogliam noi dire che fosse l 'imagine d '

che fa 'l pittore. Segue che noi veggiam brevemente, qual cosa nella pittura corrisponda

della tragedia. Seneca nella Troade dice di noi uomini: Tempus nos avidum devorat

cose future, le quali non sono da noi conosciute, che 'l nome di Cloto

uom morto, mentre ci ricordò che tutti noi abbiamo ad uscire di questa vita et a

con le semenze. Ma qual ragione vogliam noi credere che li mova a simil credenza?

i segni più bassi et a scostarsi da noi, caminando indietro; come disse ancora Macrobio

tre fiamme che seguono, di che vogliamo noi credere che ci sieno significatrici? Mar

già dire, o Figino, chi di noi tre nella presente giornata più di guadagno abbia

Taccuino di Roma e di Toscana (1778-1789)

Lanzi Luigi 5 risultati

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serie di medaglie pontificie da Martin V a noi tutte d 'argento col capo del

, trovo ch 'è quasi incredibile che noi possediamo delle opere degli Uomini maggiori dell '

queste opere insigni? Ma questo appunto umilia noi che non sappiamo tampoco conoscere a bastanza e

superfluo: oltredichè egli è ben difficile che noi possiamo distinguer quello che non si poteva determinare

Signor Abate Borghesi: non vi è fra noi chi non abbia fatta qualche cascata; e

Giorgione – Opere certe

Cavalcaselle Giovan Battista 18 risultati

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Giorgione, se le opere del Giorgione che noi abbiamo ereditate ci fossero pervenute quali il pittore

restauri che rende ben difficile la cosa per noi, specialmente trattandosi di opere della scuola veneta

Capriolo pittori, o pittore Trevisano (abbiamo noi fatto uno o due pittori di questi nomi

le opere di Giorgione è assai difficile per noi, e domanda molta cautela e circospezione,

domanda molta cautela e circospezione, cosa che noi cercheremmo di fare senza mai nascondere i dubbi

furono preferibili a quelle del Giorgione. Noi vediamo da ciò che la superiorità di

, al punto più culminante. A noi sembrava che tra il Bellini ed il

ogni uno sa. Per provare ciò noi ricorderemmo il quadro del Bellini del 1505 a

è opera di Giovanni Bellini, lavoro che noi abbiamo ricordato tra le opere del Bellini assieme

si usa dire Giorgionesche. Nota. Noi abbiamo ricordato assieme a quelle tavolette a Venezia

piacevole, ma ciò non basta, a noi pare sempre di vedere nel carattere e nella

, benché mostra una tecnica migliorata, a noi pare appartenga questo quadro dato a Giorgione proveniente

ancora. Se non è Castelfranco ricorda a noi quel genere di contrada amena, e quella

/ 60 [32v] Nota. A noi è parso di riconoscere un disegno di questo

Questa posa e questa figura è stata da noi ricordata nella vita di Pellegrino da San Daniele

S. Antonio Abate o San Daniele. Noi colà abbiamo detto che Pellegrino ricorda questa figura

lineare. / 84 [45v] Se noi consideriamo il tempo in cui Giorgione fece il

arrivò al maggiore grado di perfezione. A noi pare che Giorgione nell 'arte dietro al