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Vite di Giovan Francesco Penni detto il Fattore e Pellegrino Aretusi

Vasari Giorgio, edizione del 156819 risultati

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putto, quando prima andò in casa di Raffaello, a esser chiamato il Fattore

; immitò nei suoi disegni la maniera di Raffaello e quella osservò del continuo,

arte; onde fu di grande aiuto a Raffaello a dipignere gran parte de '

altre cose con i cartoni et ordine di Raffaello, come la volta d '

'un giorno che l 'altro da Raffaello essere amato. Fece in Monte

molto lodata. Intanto venuto a morte Raffaello, Giulio Romano e Giovan Francesco

finirono di compagnia l 'opere che di Raffaello erano rimase imperfette, e particolarmente

gli schizzi delle storie venissero in parte da Raffaello. Mentre che questi lavori si

di fare una tavola simile a quella di Raffaello che è a San Piero a

Francia, dove quella era prima stata da Raffaello destinata, la cominciarono; e

disegni et ogni altra cosa lasciata loro da Raffaello, Giulio se n 'andò

Francesco, e discepolo anch 'egli di Raffaello Pellegrino da Modana, il quale

patria, deliberò, udite le maraviglie di Raffaello da Urbino, per corrispondere mediante

Roma; là dove giunto si pose con Raffaello, che niuna cosa negò mai

avanzare nel disegno per venire in grazia di Raffaello e guadagnarsi nome fra i popoli

quando Leone Decimo fece dipignere le Logge a Raffaello, vi lavorò anch 'egli

altri giovani, e riuscì tanto bene che Raffaello si servì poi di lui in

facendo alle figure gentilissima aria a immitazione di Raffaello suo maestro, et avendo tanto

in compagnia. Ma venuto finalmente a morte Raffaello, egli se ne tornò a

Vita di Andrea del Sarto

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Rossi, che già fece l 'eccellentissimo Raffaello da Urbino; per che piacendogli

, ma nascosamente, quello di mano di Raffaello. Avendo dunque promesso Andrea di

. E così nascosto che ebbero quello di Raffaello, mandarono quello di mano d

cosa, Giulio Romano pittore e discepolo di Raffaello. Il quale Giulio si sarebbe

e l 'arebbe creduto di mano di Raffaello: ma capitando a Mantoa Giorgio

molte anticaglie e pitture, quel quadro di Raffaello come la miglior cosa che vi

, ma non è altrimenti di mano di Raffaello ". " Come no?

che s 'ella fusse di mano di Raffaello, anzi molto più, perché

poi papa Clemente, simile a quella di Raffaello, che fu molto bella;

vi andò per vedere l 'opere di Raffaello e di Michelagnolo,

, et il vedere molti giovani discepoli di Raffaello e d 'altri essere fieri

Vita di Properzia de' Rossi

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fatti di penna e ritratti dalle cose di Raffaello da Urbino, molto buoni;

Vita di Girolamo da Treviso

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fresco, et imitava grandemente gli andari di Raffaello da Urbino. Lavorò in Trevigi

Vite di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze

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Logge del palazzo del Papa con ordine di Raffaello da Urbino, portò lo schifo

Vita di Rosso Fiorentino

Vasari Giorgio, edizione del 15684 risultati

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Dei, la quale già avevano allogato a Raffaello da Urbino, che la lasciò

fece nella Pace, sopra le cose di Raffaello, un 'opera, della

quest 'opera a paragone di quelle di Raffaello da Urbino. In questo tempo

il Fattore, il quale fu discepolo di Raffaello da Urbino; Lionardo Fiamingo,

Vite di Bartolomeo Ramenghi da Bagnacavallo e altri pittori romagnoli

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Bagnacavallo venuto a Roma ne 'tempi di Raffaello, per aggiugnere con l '

, per avere veduto l 'opere di Raffaello e praticato con esso, un

fra le prime opere contrafece un quadro di Raffaello da Urbino, già stato fatto

Vita di Franciabigio

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Firenze, perché avendo vedute alcune opere di Raffaello da Urbino, e parendogli non

Vita di Francesco Mazzola detto il Parmigianino

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'maestri buoni, e particolarmente quelle di Raffaello e di Michelagnolo,

quelle di Michelagnolo Buonarroti e di Raffaello da Urbino: lo spirito del

da Urbino: lo spirito del qual Raffaello si diceva poi esser passato nel

ne 'costumi gentile e grazioso come fu Raffaello, e che è più,

Vite di Giovanni Giocondo, Liberale da Verona e altri artisti veronesi

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tempio di San Piero, in compagnia di Raffaello da Urbino e Giuliano da S

per consiglio di fra 'Iocondo, di Raffaello e di Giuliano per la maggior

Vita di Francesco Bonsignori

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arte, come si disse nella Vita di Raffaello da Urbino e come ne dimostrano

Vita di Baccio d'Agnolo

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'importanza. Il primo di costoro era Raffaello da Urbino, allora giovane,

Pescia a collocare una tavola di mano di Raffaello da Urbino nella principale chiesa di