al frate la sua compagnia, gli insegnò Rafaello i modi della prospettiva, alla
la maggior frequenzia di questa pratica fu chiamato Rafaello a Perugia; et egli vi
in Siena, il quale nella partita di Rafaello rimase a Ridolfo del Ghirlandaio,
il valor suo. Piacque il partita a Rafaello, e lasciò l 'opere
da lui nella Pieve di Pescia. Giunto Rafaello a Roma, trovò che gran
, che erano tenuti bellissimi. Laonde Rafaello, nella sua arrivata avendo ricevute
di Zoroastro, et allato a esso è Rafaello maestro di questa opera, ritrattosi
maestri e vecchi e moderni, e che Rafaello solo avesse il vanto di tutte
la quale era sopra la storia fatta da Rafaello; per il che Rafaello
da Rafaello; per il che Rafaello ebbe commissione dal Papa di gettarla
uomini mortali divinità di cosa dipinta. Avvengaché Rafaello ebbe questo dono dalla natura,
sua virtù. Ma per tornare a Rafaello, crebbero le virtù sue di
feste solenni. Aveva acquistato in Roma Rafaello in questi tempi molta fama;
avendo Bramante la chiave della cappella, a Rafaello, come amico, la fece
Santa Anna di Andrea Sansovino in Roma, Rafaello sùbito rifece di nuovo lo Esaia
Michele Agnolo l 'opera di Rafaello, pensò che Bramante, com
male inanzi per fare utile e nome a Rafaello. Era in questo tempo a
fra gli altri aveva preso grandissima amicizia con Rafaello, al quale, per lassar
porta principale; che fatto fare i ponti Rafaello, e finito i cartoni,
che egli aveva presa di nuovo. Figurò Rafaello in tal pittura, avanti che
vivo che si sia dipinto. Né mancò Rafaello fare il medesimo nella figura di
la vivezza e bellezza del Figliuolo. Fecevi Rafaello un putto ritto in mezzo della
debbe dalla punizione con la pena. Fecevi Rafaello intorno molte varie e diverse figure
di luna. La quale invenzione avendola fatta Rafaello sopra la finestra, viene a
Veggonsi oltra ciò, per bel capriccio di Rafaello, molti saliti sopra i zoccoli
volle che tale opera si seguisse; e Rafaello ne salì con la virtù in
inclinato a tale arte. Per il che Rafaello si mise in cuore di seguire
lo cacciò con le sole benedizzioni. Fece Rafaello in questa storia San Pietro e
mostrò quanto la grazia nelle delicatissime mani di Rafaello potesse insieme con l 'arte
pitture nominare si possono: ma quelle di Rafaello vive, perché trema la carne
suo ridere rallegra chiunche lo guarda; senzaché Rafaello mostrò nel dipignere la Nostra Donna
. Laonde di grandezza fu la gloria di Rafaello accresciuta, e de premii parimente
, divenne tributario de le sue opere a Rafaello, et e 'gli mandò
chiari: la quale cosa parve maravigliosa a Raffaello; per che egli gli mandò
le cose di Giulio Romano, ereditario di Raffaello, in Mantova. Per che
in Mantova. Per che, avendo veduto Raffaello lo andare nelle stampe d '
'olio. Fece poi Marco Antonio per Rafaello un numero di stampe, le
un numero di stampe, le quali Rafaello donò poi al Baviera suo garzone
d 'una sua donna, la quale Rafaello amò sino alla morte, e
egli porta all 'arte e particularmente a Rafaello; né meno di lui stima
l monte di Vulcano. Mentre che Rafaello lavorava queste opere, le quali
Giannoz[z]o Pandolfini vescovo di Troia, amicissimo di Rafaello, e molti altri che furono
era dipinta da Pietro Perugino suo maestro, Raffaello non la volse guastar per la
seguite poi col nuovo disegno et architettura di Raffaello, che ne fece un modello
la grandezza della magnificenzia e generosità sua, Raffaello fece i disegni degli ornamenti di
fu cagione la bellezza di questo lavoro che Raffaello ebbe carico di tutte le cose
Dicesi ch 'era tanta la cortesia in Raffaello, che coloro che muravano,
sua, et altre infinite. Era Rafaello persona molto amorosa et affezzionata alle
esso in casa continuamente in quella parte dove Rafaello lavorava: il che fu cagione
Corbi in Roma. Ma la morte di Rafaello, e poi quella di Agostino