. Il primo dubio è malagevolissimo, et io non osarei parlare così allo imprevisto, se
Dico adunque, più per desiderio ch 'io ho di piacere a V. S.
e dichiarato il primo dubio: perch 'io direi che la grazia può esser e star
fussi possibile ritrovarsi bellezza senza grazia, che io per me vorrei più tosto esser graziato che
gli facevono pro esso a bisogno; e io, non per contendere con ingegno sì grande
dichiarando quella, si verrà ancora, se io non m 'inganno, a dichiarare il
'Aristotele. La contradizione è, che io ho detto che la bellezza non può essere
nei suoi divini sonetti. Onde, quando io dico che la bellezza non si può star
E se alcuno mi dimandasse perch 'io nella diffinizione della bellezza non ho detto '
sue cose? Né però muove, che io creda, se ben diletta e piace.
Ma perché l 'ora è tarda e io mi sono disteso nello scrivere, non mi
scrivere, non mi accorgendo, più che io non pensava, mi [serberò] a dichiarare più
prima non si conosce. Ecco ch 'io ho detto a V. S.,
il sentimento della sua littera. E perché io non so se mi sono stato troppo lungo
eh? Scocca pure, ad ogni modo io son armaio dei tuoi segreti. La
grande a veder cose allegre, perch 'io son, come tu sai, più che
nell 'amor della patria, ch 'io m 'abbagli in discernere il vero.
Fa. Voi pure sapete ch 'io sono pittore, e non filosofo. Leggete
. Vi faccio fede che, s 'io fossi stato Zeusi, arrei prima usato con
molto difficili. Fa. Oh, io presuppongo parlare con chi intende, come buon
intende, come buon pittore, perch 'io non fo professione d 'insegnarvi, ma
voi anco gustate del medesimo piacer ch 'io partecipo. Fa. Tant 'è
ciò che le piace. La. Io ne son chiarissimo. Mi sapreste voi dire
bei colori in opera per trarre i quattrini io non intendo parlarne. Or, ritornando al
tal maestro. Fa. Così tengo io, et a vostra confirmazione vi voglio raccontare
per far più abondevole questo vostro desiderio, io voglio farvi intender che cosa è pittura,
legge. La. Per Dio, io ve ne volevo richieder, ma stavo ambibiguo
arte nostra, più dolce intratenimento ch 'io possi gustare è il ragionar di lei et
Quanto alla prima parte, detta disegno, io voglio anco dividerla in quattro parti: la
Fa. Anzi dubito che, non essendo io pittor di poca auttorità, pur mi sodisfacio
chi intende, più di quel ch 'io dico. La. Io v '
ch 'io dico. La. Io v 'intendo benissimo, ma non però
intelligenzia e pratica de buon maestro; et io, ch 'intendo ragionare con chi è
La. Lo voreste voi e lo bramo io, ma ci manca il sapere. Ditemi
Fa. Vi dirò il vero, io vi tengo per sospetto; e perch '
vi tengo per sospetto; e perch 'io sono di natura cerea, voi credete facilmente
. Fa. Oh, s 'io sapessi discernere veramente questo che mi richiedete,
vi debbo mancar dell 'openion mia. Io tengo che lo dipignere a oglio sia la
l 'è più ispediente, ond 'io esprimo con maggior prestezza il mio concetto,
non conumerar nella pittura. La. Io concorro nella vostra openione circa il dipignere a
ch 'è detto da Salamone. Et io non porto invidia ad altri ch 'a
eretico fetidissimo. Fa. Così tengo io veramente. La. Non getiam più
fornire, eh? che volete ch 'io dica? Informatime voi. La.
voi mi richiedete queste resoluzioni come s 'io fusse il maestro delle sentenzie. Pur,
difficultà si concerne l 'onor nostro, io m 'affaticherò in farvi intender quello ch
quanto alla gran còppia de 'pittori, io non ho inteso mai, nel ragionamento mio
? La. M 'avveggio ben io che voi dite queste parole masticando il prencipio
dell 'arte, vi parrà ch 'io nieghi l 'integrità degli altri pittori,
dilettevole da vedere che da fignere; pur io ho veduto di mano di Tiziano
ho detto, sopplite da voi stesso et io starò a udire. La. Torniamo
membro dal suo capo, da quella che io trattai, ieri furono otto giorni, nella
stesso la propia verità di cotale disputa, io, non volendo non compiacervi, non posso
della brevità del tempo nel quale fummo costretti io a dettarla e voi a scriverla, poi
sé la presunzione et ignoranza mia, et io lodare appo tutti la cortesia e giudizio di
caccerà del nido. Anzi credo io che si possa dire con verità che niuna
essendo animate. E chi mi dimandasse perché io la prepongo alla scultura et alla pittura,
cavato tale oppenione; le quali parole credo io per me che si debbano intendere non secondo
e la cagione di questo è, penso io, perché allora si chiama perfetta alcuna cosa
Disputa Seconda. Io non penso che niuno di qualche ingegno si
alcuno mi creda tanto arrogante e presuntuoso che io osassi di muovere questa dubitazione e disputa per
sia lecito dire liberamente quel poco ch 'io n 'intendo, rimettendomi in tutto e
cioè a Michelagnolo. E perché io non desidero altro che trovare puramente la verità
arei scritto ancora a tutti gli altri che io conosco fuora di qui. Et in vero
di giudizio nell 'altre. E benché io potessi dire brevissimamente l 'oppennione mia,
parte e dell 'altra, innanzi che io venga a rispondere alle ragioni de 'pittori
che sia accettata con quell 'animo che io la dico, e se non sarà come
la dico, e se non sarà come io penso e certo vorrei, non s '
. Dico dunque, procedendo filosoficamente, che io stimo, anzi tengo per certo, che
ingegni non abbiano trovato infino qui, che io sappia, questa verità, perché, se
confessato che avessero il medesimo fine. Et io per me, per quel poco che n
della guerra. Non negarebbero già, penso io, che la pittura per essere nel vero
può meglio sprimere, e concederebbero, credo io, che, in quanto agli accidenti,
arebbero detto più veramente, secondo ch 'io penso e come può vedere ciascuno, se
Al settimo et ultimo argomento, credo io che gli scultori lo concederebbero tutto per quelle
O frate, disse, questi ch 'io ti scerno Col dito, et additò
fra i poeti et i pittori; et io per me, come non ho dubbio nessuno
che si vede oggi nel Campidoglio. Et io per me non dubito punto che Michelagnolo
concetto? Perciò che volendo, per quanto io mi stimo, significare che per sepolcro di
, dimandare a me di quel ch 'io intendo circa la maggioranza e dificultà della scoltura
maggioranza e dificultà della scoltura e pittura, io non vorrei far sì, per l '
per il primo servizio che chiesto mi avete io non volessi farlo, anzi ho di grazia
cosa; e Dio il volessi ch 'io fussi abile a satisfarla, per potervi in
e non quello che so d 'essere io stesso. E per dirvi: ritrovandomi in
vostra, la quale stimo più che se io goffo appresso di le vostre virtù sarò tenuto
. Orsù, da che volete ch 'io rider vi faccia, dico questo, per
questo, per pruova di quel ch 'io sento operando in tale arte. Quello
le piume degli uccegli apparire. Che dirò io della piumosità de 'capegli e della morbidezza
messo per far quei quattro berlingozzi ch 'io fo, a un 'altra scienzia l
'avessi donato, credo, s 'io non m 'inganno, che vivo canonizzato
raro e divino. Al quale s 'io non l 'ho sodisfatto, perdoni a
di scrivervi, in quel modo ch 'io saprò più chiaro e breve, quale delle
debba l 'altra preporre. E perché io intendo d 'accostarmi dall 'una delle
bisogno di lunga e diligente considerazione: né io prometto però parlarne a pieno, ma,
però parlarne a pieno, ma, come io dissi, più chiaro e più breve che
dissi, più chiaro e più breve che io potrò. Sogliono adunque quegli che delle
Suo Osservandissimo El diletto che io so che voi, magnifico M. Benedetto
mai la natura, oltre a, come io dissi di sopra, migliorarle, e co
molte altre appartenenze infinite. Ma quello che io dissi troppo ardito, ch 'è la
lettera, il che è farvi noto che io vi sono ossequente e a 'piaceri vostri
'è ora nella beva sua, ma io, perché le non vi paressino cerimonie troppo