lavorate a olio. Cominciò il medesimo un lavoro a fresco di non poca importanza a Castello
da Urbino, il quale molti anni lavorò con Pietro in compagnia di Giovanni de '
fu finita del tutto da esso Pietro. Lavorò il medesimo Rocco molti quadri di Madonne e
sua mano figure bellissime, in quelle che lavorò in Ascesi e finalmente a Roma nella cappella
ornamenti. Nella chiesa di S. Antonio lavorò a fresco la cappella di S. Luca
rovinati enel profondo dell 'inferno. Lavorò anco in Padova, a 'tempi di
come in altri luoghi. Nella medesima Padova lavorò molte cose Niccolò Moreto, che visse ottanta
questi altri Santi infino a mezzo. Lavorò ancora benissimo le sue pitture, e si
dopo maestro Zeno veronese, che in Arimini lavorò la tavola di S. Marino e due
discepolo di Domenico del Ghirlandaio et in Roma lavorò con Pinturicchio, fu ragionevole maestro ne '
secondo l 'umor suo che costui. Lavorò Iacopo molti anni in Roma, o per
dire stette molti anni in Roma e vi lavorò pochissimo. È di sua mano in quella
maestro, anzi di passarlo. Mentre che lavorò in Arezzo conesso lui, tornandosi in casa
, dove in que 'suoi ultimi anni lavorò più per piacere che per altro, come
San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un Angelo che teneva alcune vesti; e
Benci, cosa bellissima; et abbandonò il lavoro a 'frati, i quali lo ritornarono
in Venezia, ma per tutto. Lavorò in Venezia nel suo principio molti quadri di
che è fatto per il suocero suo: lavoro veramente divino, perché vi è una unione
me non trovo cosa che nuoca più al lavoro in fresco che gli scirocchi, e massimamente
delle mercanzie et utilità del publico. Lavorò un quadro d 'un Cristo che porta
, fa miracoli, come si vede. Lavorò in diversi luoghi, come a Castelfranco e
ne la chiesa di Santo Spirito di Fiorenza lavorò a la cappella di Gino Capponi una tavola
, sendo le figure non molto grandi. Lavorò per Giovan Vespucci, che stava dirimpetto a
di Francia. Egli trovò in tal lavoro il modo di buttar le volte con le
la virtù sua, ché era assiduo al lavoro, quieto e buono di natura et assai
mostrare ch 'era attissimo ad ogni eccellente lavoro di quella arte come alcuno altro. Laonde
convento alcune cose dipinse in fresco. Similmente lavorò in fresco uno arco sopra la foresteria di
diede grandissimo credito nell 'arte. Lavorò alla Certosa di Fiorenza, nel capitolo,
per che i frati, acciò che il lavoro si finisse, raddoppiarono la pietanza a Mariotto
tavola dello altar maggiore, che in Gualfonda lavorò in una sua stanza, insieme con un
e pitture in casa di cittadini, e lavorò a Giovan Maria Benintendi tre storiette di sua
di Nostra Donna; similmente in Santa Trinita lavorò in una tavola la Nostra Donna, San
Roma; e così in quella condottosi, lavorò e finì a frate Mariano Fetti a S
Santa Barbera ginocchioni, molto grazioso e diligente lavoro. Nella villa di Marignolle de 'Girolami
et in ultimo si ridusse a far ogni lavoro meccanico: et ad alcune monache et altre
dai sudetti mercanti condotto in Inghilterra, dove lavorò in servigio di quel re infinite cose di
e le bellissime prospettive che poi da sé lavorò nel coro del Duomo di Pisa sono ancor
maestri da murare et altri artefici in sul lavoro. Ma facendosi ognora più vivi i romori
dorico. E mentre che Giuliano continuò questo lavoro, che fu insino all 'anno 1512
Francesco di Perugia alcune figure che egli vi lavorò in una tavola a olio per madonna Madalena
in tutte le parti. Finito questo lavoro e tornato a Fiorenza, gli fu dai
uno angelo Raffaello ch 'accompagna Tobia. Lavorò un quadro al signor Leonello da Carpi signor
et altre cose che accadevano per tutto quel lavoro: il quale fece Raffaello finire
. E fu cagione la bellezza di questo lavoro che Raffaello ebbe carico di tutte
lavorava: il che fu cagione che il lavoro venisse a fine. Fece in questa opera
battesimo in detto Duomo, nel quale ancora lavorò la finestra della Resurrezzione di Lazzaro quattriduano,
, continuando il verno e la state il lavoro del muro, il quale chi è sano
che essi di nuovo rimandorno per il lor lavoro et a dirgli che per i danari andasse
'altre migliori e più lodate professioni. Lavorò Domenico a Francesco del Giocondo, in una
chiesa di Cestello intorno al tabernacolo del Sagramento lavorò a fresco due Angeli; e nella tavola