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Dedica a Cosimo I de' Medici

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professioni, e per quello che Le debbo io particularmente per avere imparato da loro, per

magnifico Ottaviano de 'Medici, dal quale io fui sostentato, amato e difeso mentre che

per essere incolta e così naturale com 'io favello, non è degna de lo orecchio

bisogni della vita non mi ha concesso che io mi eserciti con altro mai che col pennello

son giunto a quel termine, al quale io mi imagino di potere aggiugnere ora che la

che oltra lo aiuto e la protezzione che io debbo sperar da l 'Eccellenza Vostra,

ora senza alcun frutto. E non pur io, che mi son dedicato per servo perpetuo

et occasione d 'esercitarsi talmente, che io già mi rallegro di vedere queste arti arrivate

descritti da me nella compagnia de 'quali io mi vo preparando con ogni studio di non

dicono. Ora, con quello animo che io tengo d 'Onorarla e di Servirla sempre

Ecco, doppo diciassette anni ch 'io presentai quasi abbozzate a Vostra Eccellenzia illustrissima le

'infinite opere, delle quali insino allora io non aveva potuto avere altra cognizione, che

a molti stato di non piccola ventura che io sia, per la benignità di Colui a

vivono tutte le cose, tanto vivuto che io abbia questo libro quasi tutto fatto di nuovo

Vostra Eccellenza illustrissima, poiché, in stando io al servigio di Lei, ho avuto,

E non sarebbe quasi impietà nonché ingratitudine che io ad altri dedicassi queste Vite o che gl

altre cagioni obbligatissimi, quanto più Vi debbo io che ho da Voi sempre avuto (così

la veramente reale magnificenza? Ma che fo io? è pur meglio che così me ne

così me ne stia, che ch 'io mi metta a tentare quello che a qualunche

da me prenda ben volentieri non quello che io vorrei e doverrei, ma quello che io

io vorrei e doverrei, ma quello che io posso. Di Fiorenza, alli 9

Proemio generale

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molto vicina, per difenderli il più che io posso da questa seconda morte e mantenergli più

una delle arti dette, ma prima che io venga a 'segreti di quelle o alla

i pittori con troppo sdegno, per avere io assai tempo considerato le cose della scultura et

prosunzione o d 'ignoranza, non trattando io de l 'arti altrui - come hanno

'anima medesima regga due corpi, et io per questo conchiudo che male fanno coloro che

questa mia fatica sia non meno utile che io me la sia proposta piacevole, mi pare

tre arti nelle quali valsero coloro di chi io debbo scrivere le Vite, a cagione che

n 'abbia fatto molto ricordo. Conciosiaché io ho più tosto voluto con queste roz[z]e fatiche

loro in qualche parte l 'obligo che io tengo alle opere loro che mi sono state

sono state maestre ad imparare quel tanto che io so, che malignamente, vivendo in ozio

Introduzione alle tre arti del disegno. Architettura. Cap. I

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che così fusse, per che, avendo io d 'ordine del Duca mandata la testa

colonne di braccia sette, bellissime, et io resto maravigliato che in questa pietra si sia

Vita di Properzia de' Rossi

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graziosa né più simile al vero; onde io in memoria della virtù di Sofonisba, poi

Vite di Alfonso Lombardi, Michelangelo da Siena, Girolamo Santacroce, Dosso Dossi e Battista Dossi

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è, che dunque è quel ch 'io sento? ". Il che udendo la

lo può ciascuno per se stesso imaginare. Io per me credo che gli paresse avere messa

'consumò in tutta sua vita. Onde io per me confesso che grandissima ventura è quella

Vite di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze

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che vi è a sedere Falari, come io credo, che comanda con imperiosità bellissima che

bellezza infinita assoluto renderono. E s 'io volessi nominare tutte l 'opere loro,

Vita di Rosso Fiorentino

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guarderà tale opera conoscerà tutto questo ch 'io scrivo esser verissimo, considerando gl 'ignudi

Vite di Bartolomeo Ramenghi da Bagnacavallo e altri pittori romagnoli

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Alidosio cardinale, che l 'ho veduto io in Imola insieme col ritratto del cardinale Bernardino

Vite di Morto da Feltre e Andrea di Cosimo Feltrini

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migliaia d 'oro in fogli; dove io chiamai per aiuto Andrea per le fregiature e

duca Alessandro, per l 'apparato che io feci nella casa del magnifico Ottaviano de '

Vita di Francesco Mazzola detto il Parmigianino

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. Ma il ritratto dello specchio mi ricordo io, essendo giovinetto, aver veduto in Arezzo

Vite di Iacopo Palma il Vecchio e Lorenzo Lotto

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forza de 'vogadori. Che più? Io per me non mi ricordo aver mai veduto

Vite di Giovanni Giocondo, Liberale da Verona e altri artisti veronesi

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conceduto al corso dell 'umana vita, io per me non dubito punto che arebbono per

scoprendo agli studiosi cose nuove. Se quando io scrissi, già molti anni sono, quelle

pittori et altri che allora furono publicate, io avesse avuto quella piena notizia di fra '

, che n 'ho avuto poi, io averei senza dubbio fatta di lui quella onorata

veramente eccellentissimi. Né si maravigli alcuno se io gli porrò tutti sotto l 'effigie d