portico della Ritonda, di bronzo commesso nel marmo. Sono i canali nelle colonne di questa
Michelagnolo lavorava, due statue in un marmo d 'un Ercole che strigneva Anteo,
al Duca che il frate aveva guasto quel marmo, ne fece molti pezzi. In ultimo
Questa statua fu cominciata da lui in un marmo et assai condotta innanzi, ma non mai
del tutto una storia di mezzo rilievo di marmo, dove di figure alte due braccia incirca
due della pietra del Fossato e due di marmo, con un arco sopra con fregiatura di
bande voleva fare statue di braccia quattro di marmo a sedere sopra alcuni basamenti: cioè Leone
scudi 500 dell 'una delle statue di marmo finite, perciò non si vedde mai di
Onde avendone Baccio già prima fatto una di marmo, la quale è oggi nel medesimo palazzo
mettere de 'pezzi piccoli e grandi di marmo, non gli dando noia il fare ciò
, con intenzione di farlo col tempo di marmo con la medesima forma, ma con maggiore
coro di fare molte statue e storie di marmo e di bronzo nell 'altare maggiore et
ancora in due pergami che dovevano essere di marmo nel coro, e che le otto facce
molte storie di bronzo commesse nello ornamento di marmo. Sopra questo pensava di fare un ordine
braccia, per farvi una storia o di marmo o di bronzo della loro Creazione, per
per alcuni Profeti, per farli poi di marmo: opera certo et occasione grandissima e da
le quali è necessario intendere della materia del marmo, e di lui son vere, ma
lei lodare in quella statua se non il marmo. Messe dipoi mano Baccio alla statua
lo lasciò stare; e preso un altro marmo ne cominciò un altro con attitudine diversa dal
Padre, per la quale era venuto un marmo da Carrara bellissimo. Già l 'aveva
'altare e posto l 'imbasamento di marmo dove doveva stare la statua di Dio Padre
nell 'altare tutto quello che mancava di marmo farlo di terra, si fece aiutare da
testa grande di Sua Eccellenza per farla di marmo per la statua dell 'Udienza, chiese
quasi finita una testa del duca Cosimo di marmo, la quale Baccio poi pose sopra la
innanzi cavato a Carrara un gran pezzo di marmo alto braccia dieci e mezzo e largo braccia
, e dovesse cavarsi questa figura di questo marmo. Di questa figura fece Baccio più d
1559, nel quale tempo il padrone del marmo venuto da Carrara, chiedeva d 'essere
Duca a Giorgio Vasari che facesse pagare il marmo. Il che intesosi per l 'Arte
il Duca non aveva ancora dato libero il marmo a Baccio, si risentì Benvenuto e parimente
che Sua Eccellenza si degnasse di dare il marmo a colui che nel modello mostrasse maggior virtù
andare a Carrara per dare ordine che il marmo si conducesse a Firenze. Arrivato a Carrara
. Arrivato a Carrara, fece scemare il marmo tanto, secondo che egli aveva disegnato di
Benvenuto al Duca che Baccio aveva guasto il marmo innanzi che egli l 'avesse tocco.
la Duchessa operò tanto, che 'l marmo fu suo; e digià s 'era
di piazza una stanza per lavorarvi dentro il marmo; et in questo mezzo aveva messo mano
fontana, dove Baccio aveva fatto condurre di marmo a Giovanni Fancelli suo creato un pilo grande
uno, il quale aveva cominciato in un marmo grande, dove erano cinque figure, per
gli concessono che egli facesse uno altare di marmo, e sopra quello mettesse le dette statue
murare l 'altare et il basamento di marmo per mettervi su queste statue; e finitolo
può certamente far meglio. Rimase il marmo del Gigante in maggior contesa che mai,
, secondo che egli desiderava di cavare del marmo quella figura, et uno legno, come
grosso e lungo e largo e bieco quel marmo, acciò che Giorgio lo mostrasse a Roma
e così movesse il Duca a dargli il marmo - il che tutto fece Giorgio volentieri -
servisse per modello, della medesima grandezza del marmo: et il principe ciò gli concesse.
d 'avere a fare il Gigante di marmo, ma voleva almeno mostrare la sua virtù
età di tutti, non per ottenere il marmo, ma per mostrare l 'animosità e
si risolvé che l 'Ammannato avesse il marmo e facesse il Gigante, perché era più
non avendo veduto di suo lavoro alcuno di marmo, non gli pareva che si gli potesse
il modello di terra et il Gigante di marmo. Questa opera addunque tolse a lui la
che pose Ercole e Cacco quasi vivi nel marmo in piazza; la bontà della quale opera