que 'frati, i quali ho conosciuto io, in modo che non possono essere né
maniera che sa tutto il mondo senza che io lo lodi altrimenti. I quali disegni di
. Ma fu tanta, non so se io mi debba dire la pusillanimità o il troppo
, suo danno. Quanto alla solitudine, io ho sempre udito dire ch 'ell '
: ma quando anco così non fusse, io non credo che si debba gran fatto biasimare
parole altiere e troppo insolenti. Ma perché io conobbi sempre Iacopo persona modesta e che parlava
né la buona creanza. E se bene io arei potuto tacere queste cose, non l
resuscitare que 'morti per giudicare. Ma io non ho mai potuto intendere la dottrina di
chi guarda quell 'opera, ch 'io mi risolvo, per non l 'intendere
risolvo, per non l 'intendere ancor io, se ben son pittore, di lasciarne
a coloro che la vedranno: perciò che io crederei impazzarvi dentro et avvilupparmi, come mi
e sì begli, che senza ch 'io dica quali sono, si fanno conoscere alla
che sia ben fatto non tacere quello che io debbo di lui dire, dopo le Vite
quale credo che pochi altri sappiano fuor che io. Quando Giorgio Vasari, del quale,
in Vinezia, gli disse Michele: " Io voglio che voi sappiate, messer Giorgio,
voi sappiate, messer Giorgio, che quando io stetti in mia giovanezza a Monte Fiascone,
da me lo risapesse, tutto quello che io disiderava. Ora avendo io inteso che quella
tutto quello che io disiderava. Ora avendo io inteso che quella povera donna è rimasa vedova
ancorché possa agevolmente essere che ciò, come io credo, non sia vero, portatele questi
tenuta la più bella di Siena: et io credo ch 'ella sia la più bella
può vedere nel disegno che n 'ho io, di mano del Soddoma proprio, nel
che soprapagato, aggiugnendo: " S 'io l 'avessi avuta a far io,
'io l 'avessi avuta a far io, l 'arei fatta d 'altra
disse a Perino: " Ancor ch 'io non m 'intenda di sì fatte opere
, Iacone mio, - rispose Giorgio - io era già povero come tutti voi et ora
frati e 'preti mi tengono valentuomo; io già serviva voi altri, et ora questo
l 'opere loro; la qual cosa io non mi sarei messo a fare, né
né a dar di quelle giudizio, se io non l 'avessi prima vedute. E
'anno 1542 insino a questo presente 1566 io non aveva, come già feci, scorsa
spazio di ventiquattro anni sono molto cresciute, io ho voluto, essendo quasi al fine di
fine di questa mia fatica, prima che io le scriva, vederle e con l '
Giovanna d 'Austria, per le quali io era stato due anni occupatissimo nel palco della
dal detto anno 1542 in poi. Avendo io dunque fatto memoria delle cose più notabili e
gl 'uomini dell 'arte; et io ne posso far fede, il quale,
, il quale, due volte ch 'io fui al suo tempo a Ferrara, ricevei
Urbino. E tutti questi particolari seppi io dallo stesso Girolamo, che fu molto amio
re Francesco di Francia a Parigi: et io, che la vidi in Ferrara l '
che sono. Insomma, da che io vidi altra volta Mantoa a questo anno 1566
adornata e più bella, che, se io non l 'avessi veduta, nol crederei
bene, che è cosa maravigliosa: et io che ho veduto lei, che è molto
ritratto, dico, tanto bene, che io ne stupii. Della qual cosa fo volentieri
Maestà della reina mia signora. E comeché io accettassi questa impresa in singolare grazia e favore
affezione che Vostra Santità le dimostra; et io con l 'occasione di questo cavaliero gliele
averò sodisfatto al disiderio di Vostra Santità, io ne riceverò infinita consolazione, non restando però
Vita di Piero della Francesca dal Borgo, io truovo che egli ha molte più cose lavorato
piante di molti edifizii notabili, le quali io disegnai da quel libro, essendo giovinetto.
in Milano; fra le quali ho veduto io, ancorché si abbia con difficultà licenza d
loro. La qual cosa non penso già io che avenga perché non vi sia, mediante
e non sapendo dire se non: " Io vorrei un Crucifisso per la state ",
e la sera nel partirsi disse: " Io moro contento, però che potrò portar nuova