gli rispose che ella sarebbe finita " quando io arò satisfatto a me nelle cose dell '
che gli durò poi parecchi mesi. Et io ne posso fare fede, che avendo lavorato
grandi del palazzo del duca Cosimo, se io non avessi fatto una sedia che s '
quando potrò: te la farò finire bene io ". Però tornato a casa Michelagnolo
crede e non mortale. Ma che dirò io dell 'Aurora, femina ignuda e da
segno del gran dolore. E che potrò io dire della Notte, statua non rara ma
pur assai drento. Rispose g[h]ignando: " Io son mercante ", credendo non essere stato
Papa ne prese còllora, dicendo: " Io ho avuto 30 anni questo desiderio, et
che son Papa non me lo caverò? Io straccerò il contratto e son disposto che tu
la scoperse l 'anno 1541 (credo io) il giorno di Natale, con stupore
, anzi di tutto il mondo; et io che quell 'anno andai a Roma per
finita, come si dirà altrove. E io ne fo fede, avvengaché l 'anno
fo fede, avvengaché l 'anno 1550 io fussi per ordine di papa Giulio Terzo andato
, che era il luogo suo, et io mi ero adoperato che Giulio Terzo si risolveva
richiesemi di parere e di disegno, et io ne lo confortai assai, stimando che per
avessi un servidore che valessi qualcosa. Ma io non mi maraviglio, sendo voi risucitatore di
tempo alla morte. E per abreviare, io son tutto, come son, vostro
e volsevi mandare uno a suo modo; io, per non combattere con chi dà le
reso poco lume. Gli rispose: " Io vorrei sentire parlare questi deputati ". Il
; e Michelagnolo soggiunse: " Io non sono, né manco voglio essere,
Signoria Vostra né a nessuno, quel che io debbo o voglio fare. L 'ufizio
: " Padre Santo, vedete quel che io guadagno, che se queste fatiche che io
io guadagno, che se queste fatiche che io duro non mi giovano all 'anima,
duro non mi giovano all 'anima, io perdo tempo e l 'opera ".
Montorio, e con molta mia satisfazione, io tornai a Fiorenza per servizio del duca Cosimo
parole: " Giorgio amico caro. Io ho preso grandissimo piacere della vostra, visto
lo fo per non parere mercante. Ora io vi dico che per le molte lode che
lode che per detta mi date, se io ne meritassi sol una, mi parrebbe,
meritassi sol una, mi parrebbe, quando io mi vi detti in anima et in corpo
sadisfatto a qualche minima parte di quel che io vi son debitore; dove vi ricognosco ognora
vi ricognosco ognora creditore di molto più che io non ho da pagare. E perché son
stato tanto parlato, crediate che, se io mi potessi ricordare come io l 'avevo
che, se io mi potessi ricordare come io l 'avevo ordinata, che io non
come io l 'avevo ordinata, che io non mi farei pregare. Mi torna bene
ma non credo che sia appunto quella che io pensai allora, perché mi torna cosa goffa
luogo nessuno e resti libera ogni faccia. Io scrivo cosa da ridere, ma so ben
" Messer Giorgio, amico caro. Io chiamo Iddio in testimonio come io fu '
caro. Io chiamo Iddio in testimonio come io fu 'contra mia voglia con grandissima forza
detta fabbrica, come si faceva allora, io sarei ora a quello di detta fabbrica,
a quello di detta fabbrica, ch 'io desidererei tornarmi costà; ma per mancamento di
peccato, perdere il premio delle fatiche che io ho durate in detti X anni per l
anni per l 'amor de Dio. Io vi ho fatto questo discorso per risposta della
. E. quanto so e posso. Io esco di proposito, perché ho perduto la
: " Messer Giorgio mio caro. Io posso male scrivere; pur per risposta della
dispiacere, ma con desiderio della morte. Io l 'ho tenuto ventisei anni e hollo
ora che lo avevo fatto ricco e che io l 'aspettavo bastone e riposo della mia
: " Messer Giorgio amico caro. Io ho ricevuto il libretto di messer Cosimo che
diate, et a quella mi raccomando. Io ho avuto a questi dì, con gran
visitare que 'romiti, in modo che io son ritornato men che mezzo a Roma,
" Dio il voglia, Vasari, che io la tenga a disagio qualche anno; e