di molti amici suoi, nobili di quella città. Ritornato dopo queste opere alla patria
sono alla Porta di S. Francesco della città medesima. Nella quale chiesa di S.
finalmente la loggia de 'Mercatanti di quella città, che dopo ha ricevuti, quando per
, venutogli voglia di farsi vedere nella sua città per godere qualche frutto delle fatiche da lui
fusse Fiorenza. Standosi dunque in quella città, dipinse nel chiostro di Santo Spirito in
del Beato Ranieri, uomo santo di quella città, già cominciate da Simone sanese pur coll
radici del poggio di Pori, vicino alla città braccia 300; la quale acqua al tempo
fortezza, a l 'amfiteatro della medesima città nel piano: i quali edifizii e condotti
avevano grandi et onorate cose fatto per quella città. Similmente lavorò nella Pieve, sotto l
assai. E così facendo per tutta la città opere di sua mano, mostrò a Spinello
insegnò poi a Bernardo Daddi, che nella città sua lavorando l 'onorò di molte bell
. Finalmente, avendo sopra le porte della città di Fiorenza dalla parte di dentro fatto alcune
- Luca Spinelli, gli nacque in quella città un figliuolo, al quale pose nome Spinello
Comune nella chiesa del Duomo Vecchio fuor della città la storia de 'Magi, e nella
, il quale fu poi vescovo di quella città, e 'gli fu dedicato a suo
1338. Nella Pieve poi della medesima città dipinse la capella di S. Piero e
e fanno anch 'oggi, di quella città, per far di ciò qualche memoria nelle
muro, et allacciatolo ingegnosamente la portarono nella città, collocandola in una chiesetta per onorarla,
, che è in San Domenico della medesima città entrando in chiesa, fu da Spinello lavorata
essendo stata buttata in terra per fortificare la città. Alla Compagnia della Trinità si vede un
a lavorare in Pisa, perché in quella città erano le sue opere conosciute e guiderdonate;
opere conosciute e guiderdonate; ma vedendo la città tutta sollevata e sottosopra per essere stato dai
fare alla Compagnia di Santo Agnolo in quella città alcune storie di San Michele, le quali
, chiamato a Pisa a dipignere in quella città il capitolo di S. Nicola, vi
che Gabriel Maria signor di Pisa vendé quella città ai Fiorentini per prezzo di dugentomila scudi (
e sotto a quello ritratta di naturale la città di Pisa; nel che fare egli usò
fu rovinato per l 'assedio di detta città -, allato a una Passione di Cristo
, a fare alcune cose in quella nobilissima città, dove nell 'Arena particolarmente e nel
sodisfazione di quel signore e di tutta la città. Tornato poi in Toscana, lavorò in
perché queste pitture piacquero assai a tutta la città universalmente, gli fu, dopo che l
furono in alcune guerre o altri bisogni della città consumati dai Fiorentini: e se bene non
primo che dipignesse nella principale chiesa della sua città, cioè in Santa Maria del Fiore,
le patrie loro, et insegnare in che città et in che luogo appunto di esse si
più volte tumultuato, non avessero malcondotta quella città e cacciatone Orlando Malevolti, col favore del
anno 1429 di Lucca, e che la città rimase libera, fu levata di quel luogo
San Francesco all 'altar maggiore nella loro città, restarono ingannati vedendo questa di gran lunga
gloriosa Vergine Maria - avvocata particolare di quella città - un poco maggiore dell 'altre figure
di leoni e di lupe, insegne della città, condotti tutti da Iacopo con amore,
suoi e parenti, anzi da tutta la città, pianto et onoratamente sotterrato. E nel
Matteo, scultore lucchese, che nella sua città fece l 'anno 1444 per Domenico Galigano
molti lasci stati fatti da diverse persone della città per la divozione che avevano a quel luogo
pare che si riposi il popolo di quella città, per lo quale intercedono da basso inginocchioni
e San Donato vescovo e protettore di quella città, con buona grazia e ragionevole maniera.
castello rovinato insino ai fondamenti, era la città d 'Arezzo et il contado tutto sottosopra
capo nell 'Opera del Duomo di quella città, e vi fece alcune cose di marmo
di papa Alessandro Quinto, che in quella città aveva finito il corso degl 'anni suoi
et altr 'opere assai per tutta la città. Ma vedendo (oltre che era capriccioso
come ne dimostrano molte pitture fatte nella sua città, e massimamente di figure piccole, nelle
si usavano, come infiniti per tutta la città se ne possono vedere. E per molti
a Sigismondo di Pandolfo Malatesti signore di quella città, il quale allora nella chiesa di S