'architettori, pittori e scultori. Ma io allora non sapea pure una parola italiana,
italiana, dove ora, con tutto che io non abbia mai veduto l 'Italia,
, la pittura. Della quale ancora era io allora del tutto ignorante e privo di giudizio
, è pur quanto basta a fare che io meno vita piacevole e lieta, e lo
questo poco, dico, tanto, che io ritrarrei di colori a olio, come con
, che ho cavato dallo specchio, se io non avessi dubitato, se questa mia vi
inteso che queste Vite si ristampano, che io ci faccia tre trattati della scultura, pittura
senza altri trattati, lunga davantaggio. Ma io non poteva e non doveva fare altrimenti di
Loro, E Prima Del Bronzino Avendo io scritto infin qui le Vite et opere de
favellato di molti vivi, rimane ora che io dica alcune cose degl 'artefici della nostra
Puntormo, l 'opere del quale andava io giovinetto a disegnare in quel luogo.
scultura con molto più eloquenza et ordine che io qui per aventura non saprei fare. E
base che diceva: S. Io. Gualbertus In Vallembrosiano Monte Ab Interventoribus
? Chi le saette, ond 'io Con l 'alto valor mio
'buoni scrittori figurata, e quel che io giudicherò in questo luogo soverchio trapassando, dirò
crede essere stata del giovane Epafo, di Io e di Giove nato, e dall '
simiglianza sì al vero vicina, ch 'io non so come possibil sia potere, a
gelosa similmente, chiedere a Giove la sfortunata Io, in vacca convertita, e darla,
nella quinta istoria Iunone mandare all 'infelicissima Io lo spietato assillo, acciò che trafitta e
credo che perdonato mi sia se anch 'io farò ormai a questa mia, non so
Vasari pittore e architetto aretino Avendo io infin qui ragionato dell 'opere altrui con
bene elle non sono di quella perfezzione che io vorrei, si vedrà nondimeno, da chi
da qualcun altro, è pur meglio che io confessi il vero et accusi da me stesso
indefessa fatica e l 'amore grandissimo che io porto alle nostre arte. Onde averrà,
Onde averrà, secondo le leggi, confessando io apertamente il mio difetto, che me ne
della mia nascita e fanciullezza, e quanto io fussi da Antonio mio padre con ogni sorte
medesime cose. Dirò bene che dopo avere io ne 'miei primi anni disegnato quante buone
don Antonio, tenendomi lontano dalla città perché io non appestassi, fu cagione che, per
a fresco ai contadini del paese, ancorché io non avessi quasi ancor mai tocco colori:
finita la peste, la prima opera che io feci fu una tavoletta nella chiesa di San
mi fece il Rosso il disegno, et io poi la condussi con quanto più studio,
studiava le cose dell 'arte: ma io trovava le difficultà molto maggiori di quello che
non con lunghezza di tempo divenir tale che io aiutassi tre sorelle e due fratelli minori di
con mio utile et onore. E perché io disegnava assai acconciamente, arei trovato da starvi
e da lavorare; ma il disiderio che io aveva di riveder la mia famiglia e '
un più pratico, feci nondimeno quello che io seppi e cosa che non dispiacque a que
di carne e d 'ossa come son io ". Cacciato dunque da tanti e sì
e sì fieri stimoli e dal bisogno che io vedeva avere di me la mia famiglia,
et altri luoghi ove dimorai, la quale io in mia gioventù non disegnassi: e non
moderne; et oltre al frutto ch 'io feci in disegnando la volta e cappella di
, Pulidoro e Baldassarre da Siena che similmente io non disegnassi in compagnia di Francesco Salviati,
, perché fu cosa da giovanetto, né io lo toccherei, se non che mi è
di camera, con lettere che, volendo io fuggire l 'aria di Roma quella state
l 'aria di Roma quella state, io fussi riceuto a Fiorenza dal duca Alessandro:
Alessandro: il che sarebbe stato bene che io avessi fatto, perciò che, volendo io
io avessi fatto, perciò che, volendo io pure stare in Roma, fra i caldi
di figliuolo: la buona memoria del quale io riverirò sempre e ricorderò come d 'un
suo figliuolo; et ancora che alcuna volta io abbia voluto rimettervi mano per migliorarlo in qualche
prima opera il duca Alessandro, ordinò che io finissi la camera terrena del palazzo de '
detto, da Giovanni da Udine. Onde io vi dipinsi quattro storie de 'fatti di