del tutto. Nel qual tempo, ancorché io non avessi se non poco più di diciotto
, con altre molte commodità. Et ancorché io conoscessi non meritar tanto a gran pezzo,
conoscessi non meritar tanto a gran pezzo, io facea nondimeno tutto che sapeva con amore e
fatica dimandare a 'miei maggiori quello che io non sapeva: onde più volte fui d
bianco, lucido e proprio, che io vi ebbi poco meno che a perdere il
, menai Iacopo da Puntormo, il quale io per la sua molta virtù osservava, a
. Dopo quest 'opere, veggendo io che il Duca era tutto dato alle fortificazioni
persuasione di questo e di quello, acciò io non potessi condurre tante opere e di tanta
tante opere e di tanta importanza. Ma io, che aveva preveduto la malignità di que
Sua Eccellenzia, aveva rapportato al Duca che io aveva preso a far tante cose, che
cose, che non era mai possibile che io l 'avessi condotte a tempo, e
condotte a tempo, e massimamente non avendo io uomini et essendo l 'opere molto adietro
, non passò molto che occultamente venne dove io lavorava, e vide il tutto, e
a me levato ogni speranza di quello che io mi andava, mediante il suo favore,
et in fresco. Ma dove volevano che io innanzi a ogni altra cosa facessi la tavola
troppo onesta et amorevole, furono contenti che io mettessi mano a lavorare. Dicendomi essi adunque
corti, come aveva in animo; pure io vinsi la pugna con buone ragioni, e
esso messer Ottaviano. La qual copia che io feci è oggi nelle case degl 'eredi
cosa alcuna d 'architettura o scultura che io non disegnassi e non misurassi; intantoché posso
dire con verità che i disegni ch 'io feci in quello spazio di tempo furono più
che fui in Toscana, nella tavola che io feci al Monte San Savino, nella quale
quella tavola, si risolverono i Padri che io facessi a fresco nella facciata le storie che
che la state dell 'anno a venire io tornassi a fare la tavola dell 'altar
per memoria de 'beneficii e favori che io aveva da lui ricevuti e per essere stato
effetto molto diverso. Ma così avess 'io saputo mettere in opera il mio concetto,
Biagio et altri pittori bolognesi, pensando che io mi volessi acasare in Bologna e tòrre loro
fra certi scogli e massi, e che io ritrassi dal naturale di que 'monti.
che di lì partisse, si risolvé che io gli facessi, per la sua chiesa di
era assai malagevole, avutone messer Bindo ed io il parere di molti comuni amici, uomini
Culpa Damnavit Mariae Gratia Solvit. Insomma, io non avea fino allora fatto opera, per
non satisfeci già a me stesso, comeché io sappia il tempo, lo studio e l
lo studio e l 'opera ch 'io misi particolarmente negl 'ignudi, nelle teste
, la pittura di detta tavola, che io sarò sempre alla sua memoria ubbligato.
ubbligato. Nel medesimo tempo ch 'io feci questa tavola, che fu posta,
altro luogo, la grandissima tela ch 'io dipinsi in San Giovanni di Firenze in sei
di Siena. Ora, se bene io voleva dopo quest 'opere andare a Roma
Vinezia, me ne partì ', ancorché io fussi soprafatto dai lavori che mi venivano per
meglio. Nel medesimo tempo, facendo io gran servitù a Michelagnolo Buonarruoti e
per avere veduto alcuni disegni miei, che io mi diedi di nuovo e con miglior modo
messer Ottaviano de 'Medici, la quale io poteva dir casa mia, feci a messer
'monaci di Monte Oliveto, perch 'io dipignessi il refettorio d 'un loro monasterio
i mattoni non cotti interamente, perciò che io vi ebbi commodità, tagliando, di fare
chi qua e là. E così io, rimaso quasi solo, non solo non
quadri. Ma con tutto ch 'io fussi assai ben visto da que 'signori
quella città opere a bastanza, ch 'io me ne tornassi a Roma. E così
E così fatto, la prima opera che io facessi fu al signor Ranuccio Farnese, allora
tutte condotte in cento giorni. Il che io come giovane feci, come quegli che non
tempo. E nel vero, se bene io m 'affaticai grandemente in far cartoni e
far cartoni e studiare quell 'opera, io confesso aver fatto errore in metterla poi in
mia mano. Perciò che, se bene io non l 'avessi fatta in quel modo