mano. Ma questo errore fu cagione che io mi risolvei a non far più opere che
miei giovani. In questo tempo andando io spesso la sera, finita la giornata,
". " Bella, - rispos 'io - monsignor illustrissimo, se il Giovio sarà
arti ". La qual cosa, ancorché io conoscessi essere sopra le mie forze, promisi
certo mio passatempo e per una affezione che io aveva a la memoria de 'nostri artefici
potrete sapere voi: sanzaché, quando pure io facessi, farei il più più un trattatetto
quello di Plinio. Fate quel ch 'io vi dico, Vasari, perché veggio che
in questa narrazione ". Ma parendogli che io a ciò fare non fussi molto risoluto,
una Madonna. Ora, mentre che io faceva quest 'opere, avendo condotto a
di lettere e d 'ingegno, perché io gli facessi alcun 'opere nella chiesa e
luogo soletario con molto studio, imitando quanto io potei gl 'uomini delle corti d '
la mia casa d 'Arezzo, et io tornatomi a casa, feci i disegni per
cose tutte le provincie e 'luoghi dove io aveva lavorato, quasi come portassino tributi,
e distrugge ogni cosa. Mentre che io mi stava così passando tempo, venuto l
essendo molto mio amico, mi pregò che io volessi fargli nella testa di uno loro refettorio
. Il qual modo (e lo posso io affermare che l 'ho provato) è
sforzai di mostrare maestà e grandezza, comeché io non possa far giudizio se mi venne fatto
veramente regio et onorato. Insomma, se io avessi a credere quello che allora sentii dirne
credere d 'aver fatto qualcosa: ma io so davantaggio come sta la bisogna e quello
se la mano avesse ubidito a quello che io m 'era concetto nell 'idea.
per mandarlo al re di Francia: ma io non volli mancar di fede a chi me
veduta assai propria e naturale, perciò che io m 'ingegnai con ogni diligenza di contrafare
e Giuseppo; il quale quadro, che io certo feci con quella diligenza che seppi maggiore
ciò con tanto buone ragioni persuadermi, che io mi risolvei, stretto da lui, a
Bartoli, miei amicissimi, mi ricercarono che io facessi la detta tavola. Et avutone licenza
ad altri farne giudizio. Dirò bene che io vi misi quanto potei e seppi di studio
fusse finito di stampare. Perciò che andando io fuor di Fiorenza ad incontrare il cardinal di
ragionato, che mi disse: " Io vo a Roma, et al sicuro sarò
s 'è detto pienamente; et intanto io feci la tavola di quella cappella, dove
già detta di San Piero a Montorio, io non avessi pienamente sodisfatto né a me né
disegni d 'architettura, e massimamente essendo io stato il primo che disegnasse e facesse tutta
se bene fu poi da altri essequita, io fui nondimeno quegli che misi sempre in disegno
notte e con varia invenzione. Mentre io faceva quest 'opere e stava pure a
in servirlo. Per che, nonostante che io avessi già fatto i cartoni per dipignere a
che s 'andò pensando a che primamente io dovessi por mano, feci fare a Cristofano
'aveva da fare, mi ordinò che io facessi più piante e disegni, e finalmente
mia ventura, o il disiderio grandissimo che io aveva di sodisfare, gli piacque molto.
comode in Fiorenza et in villa, perché io potessi più agiatamente servirlo; oltre che nella
Gonfalonieri et altri ufizii, con facultà che io possa sostituire in quegli un de 'cittadini
d 'Arezzo favori eccessivi: là dove io non sarò mai per le tante amorevolezze sazio
amorevolezze sazio di confessar l 'obligo che io tengo con questo signore. E tornando
, burlando meco, perché pensava certo che io ne caverei le mani et a 'dì
, mi facessi da più di quel che io sono, o che la speranza e l
grazia di Dio mi somministrassi le forze, io la presi; e, come si è
, in molto manco tempo non solo che io avevo promesso e che meritava l 'opera
meritava l 'opera, ma né anche io [pensassi] o pensassi mai Sua Eccellenza illustrissima.
quale occasione terribilissima e grande doverrà scusarmi se io non avessi per cotal fretta satisfatto pienamente,
, nevate, e tante altre cose che io non basto a ricordarmene. Ma chi vede
spero avere anco tanto d 'aiuto che io vedrò, quando che sia, finita la
prestezza, per diverse cagioni, questa spero io di fare con mio commodo, poi che