cose degli Assiri deve attribuirsi agli Ebrei; onde scrive: Multi Syros literas primos comperisse asserunt
narrate nei libri che poste in pittura; onde rispetto a queste si potria dire i libri
utilitatem minime convenit viris magnanimis atque ingenuis. Onde e gli imperatori Teodosio e Valentiniano nelle sue
è fare a modo d 'altri; onde scrisse Cicerone: Illiberales et sordidi sunt quaestus
vanitate impertiens, non est admodum vituperanda. Onde nella pittura ancora hanno detto che ella seguita
ac similia et ob id cognominatus rhyparographus. Onde appresso Tebani scrive Eliano che vi era legge
che egreggiamente convengano al proposito nostro. Onde, per miglior intelligenza del primo, è
di Firenze, né mai puoté farlo; onde, dubitando ciò accaderli per le sue colpe
, che il narrarlo solo rende meraviglia. Onde tra gli altri si narra d 'un
discernere tra le cose sante e profane, onde Ezechiele profeta si querelava dicendo: Sacerdotes inter
se per modum recipientis et non recepti. Onde noi veggiamo che ancor del succo de '
sono come contrarie e repugnanti alle sacre. Onde si dice in mala parte 'un uomo
a significare i bisogni suoi ad altri. Onde, non potendo ciò fare con le parole
essi questi loro giusti e nobili pensieri; onde non si contentano di ciò fare solo con
ma ancora col nome d 'imagine; onde scrive S. Ieronimo che, dove noi
cose che mai non si sono vedute. Onde S. Paolo disse, quod idolum nihil
è molto diverso dalla condizione di esse. Onde S. Agostino disse: Pagani ea colunt
Dio e proibite dalla legge sua santa. Onde disse S. Ambrosio: Simulacrum vere nihil
ebbero la intiera cognizione dell 'antichità, onde non gionsero nei suoi monumenti a gran parte
che ora non è necessario di addurle; onde Lattanzio così scrisse: Caeteri qui per terram
è sempre stato con pene severissime castigato. Onde al quesito di sopra, con che occasione
adorent cum omnes angeli Dei etc.; onde pensò l 'insidiosissimo adversario di fare che
e con altro gli eruditi e sapienti. Onde Seneca, come racconta S. Agostino,
leggiermente e timidamente seguissero il commune errore; onde Lattanzio tra gli altri così scrisse: Quid
Socrate e d 'altri filosofi ancora; onde gran cagione ebbe Lattanzio di meravigliarsi che Cicerone
ne fa spesse volte menzione nella Scrittura; onde Innocenzio Iii, commendando il costume ecclesiastico di
sono cose, ma segni di cose, onde pigliano la sua condizione da quello che rappresentano
domus Dei, cioè casa di Dio; onde S. Agostino scrisse: Ille lapis,
, subito cade e giace in terra; onde l 'eterna providenza di Dio, mossa
stabilisse a pieno nel servigio suo santo. Onde, ancor che con gli essempii meravigliosi delle
ex scripturis egressum gloriosae catastrophes videre licet; onde servono per aiuto delle tre potenze dell '
parte posta nell 'uso delle imagini; onde non è meraviglia che queste sacre, di
altri ornamenti, sono accessorie ad essa; onde disse Aristotele nella Poetica che, di due
sta posta la somma della giustizia cristiana. Onde, potendosi da noi in questo ordine ragionevolmente
molte altre cose elementari derivano da quelli; onde ne gode grandemente l 'intelletto e si
eterne et eccitarli desiderio dei beni celesti; onde sente allora l 'anima un godimento dentro
è perché amendue attendono prencipalmente ad imitare; onde quelle pitture che più imitano il vivo e
a confermarlo e stabilirlo nel cuore suo. Onde col profeta può dire: Quemadmodum audivimus,
, essendo scritto: Oportet discentem credere, onde nacque quel motto antico celebrato in onore di
del mezzo di godere dei santi sacramenti, onde giustissima causa avriano sempre di dolersi che,
, quam quae sunt oculis subiecta fidelibus; onde possiamo ancor noi dire che in proporzione pare
Viluit mihi repente omnis vana spes etc. Onde, se tanta efficacia hanno le parole,
conosce è di legno o di marmo. Onde S. Basilio scrive: In ecclesia ad
, quando sono spiritosamente e vivamente espresse. Onde scrive S. Agostino nel libro Del visitare
membri di animali e d 'altro; onde scrisse Plinio: Plures in homine quam in
più commovere l 'animo del giudice: onde leggiamo che quelli antichi senatori romani solevano dire
, lasciò totalmente il pensiero di peccare; onde dice: Scortum intemperans aliquis ad
parole divine male interpretate coprir il veleno, onde scrisse S. Ilario: De intelligentia haeresis
e canonizzando l 'uso di quelle. Onde narra Paolo Diacono che papa Costantino fece già
nella epistola Vii pure conferma il medesimo; onde i suoi decreti furono per ciò commendati molto