'membri ciascuno ottimamente adopera. E chiamo io vivacità non quel potente vigore della vita umana
loro è collocato. La vita nostra, io dico quella parte che noi virtuosamente viviamo,
dee stimare inferiore. Sono, come io avviso, rare molto quelle opere, le
quel fatto di quei due singulari dipintori, io dico di Zeusi e di Parrasio, i
, che di agguagliarle con parole non credo io che si potesse giammai. Molti tra gli
di maggiore vivezza apparisce fornita. Né credo io che altro significare volessero i poeti nella favola
. Dove non sono queste due parti, io dico la vivacità et il costume, più
E comecché molte lodi e, sì come io avviso, forse più giustamente de 'sopradetti
commendare? Ma nessuno di questi, come io stimo, per la grandezza della cosa è
compiuta bellezza fosse in questa sua opera, io similmente affermerei che il Petrarca di tanto nome
Delle quali alcune non già, sì come io avviso, per li artifizii isquisiti così furono
queste cotali arti sono quelli che, come io stimo, per la loro difficultà dall '
prima sono divisate. Et in questo intendo io del fine dell 'arte, che in
del tutto differente? Et in questo intendo io di ogni fine, qualunque egli sia,
una perfezzione cotanto grande, operano, come io avviso, che così di rado ella in
via questo stromento. Degli occhi non crederò io già che egli ci abbia alcun dubbio,
è tanto disiderato. E certamente, come io avviso, non si potrebbe mai, sì
bellezza vogliono dimostrare hanno usato questo di che io favello. Perché, volendo Terenzio mettere innanzi
sconcio si sta lontana. Né crederrò io che alcune simili opere, perché sono imperfette
suavità è mescolato, onde, sì come io avviso, diletto e maraviglia, piacere e
per persuaderla, di molte parole non credo io che sia di bisogno. Il terrore che
del San Giorgio si è detto; perché io dubito che molto meno non sia, che
affetti, gravi e noiosi. Sento bene io che, quanto più si affissa la mente
più si abbaglia; et in ciò sono io sicuro, che non questa copia di parole
mio, e finalmente per questi ornamenti che io ho per voi acquistato, e quelli che
van disprezzando. Imperoché, comportarete voi che io sia così vilipesa? Non certo, perché
, l 'istesso Iddio, al quale io sono accetta, servendosi egli di me umil
», cioè: « Ma che estenuo io il vincitore con questo balbettar fanciullesco? Anzi
re senza portargli a donar qualche cosa, io giudico che almeno debba essere osservato nella pompa
essa dee sposarsi con la sua Chiesa; io, che tanto a lei debbo, come
egli fa della sua persona. Né perché io a V. S. Reverendissima, dovendo
fronte. Questo è 'l dono che io le presento, sì come a novello Principe
; e questo è 'l segno che io le dò parimente dell 'allegrezza dell '
Se, come uomo cittadinesco e gentile, io non l 'onoro con vivande preziose,
et adornarla. Della contentezza poi, che io godo nella mia mente, perché V.
non voglio dir altro; sapendo essa che io, quantunque taccia con le parole, grido
'entrare che il Sig. Guazzo et io abbiam fatto a voi, v 'abbiam
ma più tosto conforto e diletto: poiché io leggeva una canzone del Comanino, la quale
e non invidia, è stata cagione che io l 'abbia riposta, avendo questo componimento
maniera. Ma bene sta che, poiché io sono disavedutamente trascorso nel dire qual sia questa
trascorso nel dire qual sia questa scrittura che io leggeva, faccia la penitenza del fallo della
voi, Guazzo, il lettore; che io m 'apparecchio ad ascoltarla con avidissima orecchia
lettore sarestene stato voi, di quello che io mi sia. Tuttavolta, perché a voi
mezzo del cielo, più si riscalda, io mi contento d 'accettare l 'onor
queste parole, che nulla più. Ma io non era trascorso tant 'oltre col mio
è di cosa brieve. Gua. Io leggo per ubidire:
ambedue molto più che non merito. Ma io, o Figino, mi rallegro con esso
una tavola (che forse è questa che io qui veggio alla parete appoggiata), dentro
'arte della pittura. La qual cosa io non so s 'io mi debba assolutamente
La qual cosa io non so s 'io mi debba assolutamente approvare. Fi.