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Il Figino. Overo del fine della pittura. Dialogo del Rever. Padre D. Gregorio Comanini Canonico Regolare Lateranense. Ove, quistionandosi se 'l fine della pittura sia l'utile overo il diletto, si tratta dell'uso di quella nel Cristianesimo e si mostra qual sia imitator più perfetto e che più si diletti, il pittore overo il poeta.

Comanini Gregorio 50 risultati

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  • Trattati d'arte del '500
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– disse fremendo fra sé medesimo – che io t 'avessi avuto fra le mie mani

perché prima finirebbe l 'anno, che io finissi di raccontarti una ben minima particella.

minima particella. Ora, di due cose io rimango confuso et attonito. La prima è

Se noi dunque vogliamo parlar degli idoli, io vi dico che nel Deuteronomio, al capitolo

della seconda specie dirovvi ancora liberamente quello che io ne sento. Giovanni Grisostomo, nella ventesima

a me sembra pure la sconcia cosa. Io vi giuro che non è cosa, la

almen delle spese ». Rimane ora che io vi dica alcune cose intorno al far dipinger

si potrebbono chiamar false. Gua. Io non v 'intendo. Le favole non

et acconcia; e questa tal favola chiamo io vera favola, come quella che ha le

nel petto dell 'uomo. Che sto io a dire quanta licenza si vegga ne '

è stato caro l 'avvertimento. Nondimeno io vo dubitando se ciò fosse universalmente da tutta

me voi, Guazzo, potete discernere quanto io approvi appresso il cristianesimo l 'uso dell

uso dell 'etniche imagini. Segue che io vi dica alcuna cosa delle pitture etiche overo

così da me vi sono state narrate, io credo, o Guazzo, che v '

mi vi rendo per vinto; benché scherzando io mossi quel dubbio, e non per trafigger

è oggidì tra noi cristiani (per quanto io creda) alcun così rozzo, che pensi

i moderni pittori? Confesso che, quantunque io mi sia dell 'arte, rimango nondimeno

raccontate. E sono queste: Io non sapea di tal vista levarme,

di tal vista levarme, Quand 'io udii: – Pon mente a l '

figliuol della destra. E questo è quanto io vi so dire in risposta alla interrogazion vostra

alla interrogazion vostra, o Figino, benché io creda che 'l vero significato di quello

ordina ancora il loro uso. Ora, io non so se costoro si debbano udire o

Fi. In queste sacre imagini paraboliche son io obligato a non porre cosa alcuna, che

ma frammettete come parte di dette istorie, io dico che overo aggiungete cose probabili, overo

nostro sostenimento. Ma a che fine dico io questo? se non per mostrarvi che,

per difesa del Comanino. Fi. Io non voglio negare, o Guazzo, che

egli e finge le cose. E perché io non vi sembri parlare a caso, poiché

poesie rappresentative principale sappiamo essere la tragedia; io voglio che consideriamo tutte le parti di questo

in una sola tavola dee esser una, io non ho voluto intendere dell 'unità perfetta

, avrete potuto intendere da questo poco che io v 'ho detto. Gua.

d 'adorazione della Beata Vergine. Ora io dico così. Osservi il pittore l '

'avete osservata nella tavola sopradetta: cerco io, se 'l pittore potrà senza biasimo

azzioni queste, ma una sola. Cerco io adunque, se al pittore sia lecito dipingere

tra l 'arme. Fi. Io non credo che giudicioso pittore si disponesse a

convitati passare il numero di nove. Ma io non dico già che 'l pittore,

da questa calunnia di sconvenevolezza? Percioché io lo stimo tanto grande uomo, che io

io lo stimo tanto grande uomo, che io vo imaginandomi lui non aver finto quell '

quello di Raffael Sanzio. Ma io dubito che, essendovi fatte buone queste allegorie

già provato avete che si ritrovano, et io v 'ho conceduto. Mar.

si vuole di questo fatto. Vi chieggo io qual ragione mova i riprenditori di Michelangelo

Fi. Né meno in questo credo io che essi caggiano in isconvenevolezza, come quelli

poeta. De 'costumi, che debbo io dirvi? percioché assai manifesto a voi è

l 'arme, sembrava ansare. Ma io non voglio prender fatica di ragionarvi ordinatamente de

maritaggio. Fi. Certo in questo io non so quello che mi facessi, non

alla vecchia. Gua. Cinque credo io che dovessero essere, e non più né

« O dolce Signor mio – diss 'io –, adocchia Colui che mostra sé

corrisponda nella poesia al verso. E se io dirò che ciò sono l 'imagini o

diece faccie, con l 'ordine che io dirò. La prima faccia sarà dalla radice

che questa sua regola è poco usata, io stimo che sia ancora di poco e forse

niun giovamento a chi opera. Né credo io che altri potesse agevolmente misurar quella gran figura