n 'ebbe molti, i quali siccome io trovo nella Cronica manoscritta di quel Convento,
impossibilità di potergli essere stato scolare. Lasciando io ora da parte questa ragione, che a
, che a mio parere nulla strigne, io trovo che il Vasari nell 'edizione del
che il Maestro suo fusse Cimabue; onde io non ho mai saputo capire, come il
Architetto Fiorentino ebbe i suoi natali, siccome io trovo in antiche scritture, in un luogo
me non aver egli avuta notizia di quanto io trovo di lui, e d 'alcune
'Arte, e dierono sentenza ch 'io beni a 25 Ott. 1427.
da altri furon dette, ora ch 'io debbo trattare d 'un tal 'Uomo
cui queste belle arti tanto sono obbligate, io mi discosti alquanto da quello, ch '
mi discosti alquanto da quello, ch 'io mi proposi, e in ciò che all
che all 'opere di lui appartiene, io racconti in ristretto non solo tutto quello,
quattro angoli della volta di sopra; né io mi estendo in descrivere tali cose, essendo
, che è veramente uno stupore, ed io ho riconosciuto nell 'effigie, attitudine,
Corso nel museo della Real Galleria. Né io ho voluto lasciare di notare questa particolarità,
Giovanni della Casa attribuisse ciò a superbia, io riflettendo a quanto sia proprio degli Uomini veramente
nelle risposte, e ne 'motti. Io in questo luogo per sollevare alquanto l '
. Disse a Giotto: Egregio Maestro, io molto mi maraviglio, che avendo voi fama
disse il Re: Giotto, s 'io fussi te, ora ch 'e '
'e 'fa sì gran caldo, io lascerei un poco stare il dipignere: Il
poco stare il dipignere: Il simile farei io, rispose Giotto, s 'io fussi
farei io, rispose Giotto, s 'io fussi voi. Racconta il Vasari, che
e altri particolari più minuti; e perché io fui sempre di parere che ogni picciolissima appartenenza
; perciò stimo che non dispiacerà, che io quì faccia nota d 'alcune cose,
e d 'altre ancora, ch 'io stesso o ritrovato simili a queste. Nell
d 'aver trovato descritto, siccome ancora io l 'ò trovato nell 'antico libro
del Maestro Giotto, per quel ch 'io m 'avviso, sono espressive di figliuolanza
Chiara, altra figliuola di Giotto, ò io poi trovato quanto si à in un Protocollo
. L 'amore ch 'io porto a quest 'Arti, e per
tanto sono obbligate, à fatto sì che io questo stesso anno, che dò fuori le
d 'avere di esso la cognizione che io ò ritrovato in molte antiche scritture, parte
in molte antiche scritture, parte delle quali io noterò nell 'albero del medesimo Giotto.
per così dire, le prove, doverò io per le sopraccennate cagioni venir scusato, e
lontano gran cosa da Assisi, ma se io dirò che più tosto Oderigi venisse a Firenze
qui addotte, ed a quelle, che io dipoi addurrò. Siccome dalle fattezze, dalle
dir si potesse? Non da altri dico io, che dall 'istesso Dante; perciocché
ti risponda. E vedrai ch 'io son l 'ombra di Capocchio,
se ben t 'adocchio Com 'io fui di natura buona Scimia. Di
che fra molte anime era, scrive Io vidi una di lor trarresi avante Per
. Ver me si fece, ed io ver lui mi fei, Giudice Nin
Sorella di esso Forese, così discorre Io fui nel Mondo Vergine Sorella, E
più bella. Ma riconoscerai ch 'io son Piccarda, etc. E finalmente
avesti ben onde; Ché s 'io fussi giù stato, i 'ti mostrava
a lungo con varie prove, ch 'io lascio per brevità in gran parte, contento
l 'Anima trade Come fec 'io il corpo suo gli è tolto Da
Giotto da ognuno in quel tempo usata; io non temo punto di affermare, che Oderigi
'figliuoli, e de 'discepoli. Io anche ardirei d 'affermare, che lo
. Egli è ben vero ch 'io non ho mai saputo rinvergare da quale Scrittore
de 'quali ò intrapreso a parlare, io dia luogo anche a Calandrino, quasi che
ordinario diletto, ed ammirazione: però se io ora non potrò lodare Caladrino nell 'artifizio
dire a lui stesso quando era innamorato, io non son vecchio com 'io vi paio