diversi luoghi per Casentino si veggono ancora. Lavorò in Arezzo nel Duomo Vecchio e per il
fresco di Santa Lucia sopra Arno, e lavorò a fresco in certi spedaletti della Porta a
mondo involti e da esse tirati. Lavorò di musaico in molti luoghi per Italia.
e Petrarca; et ancora in detto luogo lavorò la cappella de 'Bartolini. A
se stesso et a 'descendenti. Lavorò Taddeo per Siena molte pitture, nelle quali
nella sua fanciullezza bonissimo orefice, e nel lavoro suo delle porte il miglior rinettatore che Lorenzo
Donato vescovo; et a 'detti Rettori lavorò una tavola a tempera per San Laurentino e
et avendo molto dato opera alla architettura, lavorò di marmo la cappella di essa Vergine,
in cercare di avere uomini eccellenti a questo lavoro, sì come ne 'tempi suoi agevolmente
di metallo, che andarono in Francia. Lavorò ancora nella chiesa degli Ermini al Canto alla
e con bellissima notomia ricerca. Nella Nunziata lavorò in una lapida di marmo una figura di
richiamato dalla Signoria che gli dette tutto il lavoro, nuovamente tornò a finirlo. De la
il quale nella città di Fiorenza patria sua lavorò ancora per le case de 'cittadini alcuni
ancor paragone. Et a concorrenza di questo lavorò maestro Gentile da Fabbriano alcune istorie di sotto
per tutto lo stato d 'Urbino. Lavorò in San Giovanni di Siena, et in
, dentrovi storie di San Niccolò. E lavorò in casa de 'Medici una spalliera d
fece e per la proporzione che in tal lavoro dimostrò; nel quale chi guarda bene vede
perché il batesimo non era finito, vi lavorò alcune figurine di marmo, e vi finì
cominciata già da Donato, dove lavorò ancora due istorie di bronzo Iacopo della Fonte
Duca dell 'opre e delle cose che lavorò et oltra ciò onoratamente tratenuto in Ferrara,
insieme col credito. Per che appresso questo lavorò a Santa Maria del Monte fuor di Bologna
, il quale aveva assai buono ingegno e lavorò l 'arco sopra la porta di San
grandissima in credito venuto, a Francesco Sassetti lavorò in Santa Trinita una cappella con istorie di
colori molto vaghi. Et insiemi acompagnò questo lavoro con una tavola pur di sua mano,
modo del dipignere in muro e facilissimamente lo lavorò, essendo nientedimanco nel comporre le sue cose
, cominciò a disegnare di metterlo in qualche lavoro magnifico da onorare la memoria di se medesimo
aveva molto più caro lo avergli satisfatto del lavoro che lo essere contento del pagamento. Appresso
'garzoni che e 'si accettasse qualunche lavoro che capitasse a bottega, se bene fussero
impresa e risoluto in ogni sua azzione. Lavorò a Lucca in San Martino una tavola di
e dipinse a San Gimignano. In Fiorenza lavorò ancora molti tondi, quadri e pitture diverse
nicchia del Duomo allo altar maggiore, e lavorò in molti luoghi di quella città, come
luogo de 'Monaci di Valle Ombrosa, lavorò in compagnia di David suo fratello e di
di Domenico Ghirlandai, e quello molto ben lavorò. Fece una testa di S. Lorenzo
diede la morte di Lorenzo, che il lavoro si rimase imperfetto; e Gherardo quasi per
olive e palme lavorate con sommo amore. Lavorò nelle Convertite una tavola a quelle monache,
lui. In casa Medici a Lorenzo Vecchio lavorò molte cose, e massimamente una Pallade su
, faccendo continuamente il piagnone e deviandosi dal lavoro, invecchiando e dimenticando si condusse in molto
maniera d 'Antonio, lo tirò al lavoro suo in compagnia di molti altri giovani;
e la croce a proporzione; dove egli lavorò tanta roba d 'intaglio e la condusse
Marco. In palazzo della Signoria di Fiorenza lavorò alla porta della Catena un San Giovanni Batista
restarono uccellati. Rimesse nientedimeno Benedetto il suo lavoro insieme il meglio che e 'potette et
reggono alcuni festoni; e molti bassi rilievi lavorò nella predella di detta opera. Chiamato a
di detta opera. Chiamato a Faenza, lavorò nel Duomo di quella una bellissima sepoltura di
bucò per farla, di fuora ingrossò detto lavoro di quella pietra; e quello con stupore
altre opere volse far poi; né più lavorò di marmo, ma finì in Santa Trinita
, de la quale dicono che e 'lavorò per mostra una figura bellissima, avendo gran
bellissima, avendo gran volontà di condurre tal lavoro. Le cose che fece in Mantova,
; la quale con diligenza e con amore lavorò minutissimamente di tal maniera che e la volta
il che si risolse di dipignere in tal lavoro alcune Virtù di terretta, e fra l
nel suo fare, attesoché e 'non lavorò mai opera che delle cose antiche di Roma