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La Pittura del Trecento nell'Italia Settentrionale

Longhi Roberto 50 risultati

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. Chiarire le varianti personali nella pittura bolognese subito dopo Vitale, significa chiarire il vessato

dopo la metà del secolo penetrino nella pittura bolognese motivi formali di fonte toscana (portato probabile

di Vitale e della dimora in Pistoia del bolognese Dalmasio, padre del più noto Lippo)

, ancora in una persona vivacissima del gruppo bolognese: quella, intendo, che fino ad

, già parecchio alterati, del Trecento pittorico bolognese ci occuperemo soltanto se il limite di tempo

nulla ci è dato immaginare dell 'attività bolognese del fiorentino Buffalmacco, espressamente citata dal Ghiberti

Duecento. E quanto ai capolavori della miniatura bolognese sul finire dello stesso secolo, essi consistono

attribuire questo gruppo all 'attività di Franco Bolognese. Di questa estrema maturità tecnica bizantina

autorizzi ad assumere una diretta dipendenza della miniatura bolognese da quella francese, fin circa il 1330

delle più antiche opere superstiti della pittura trecentesca bolognese; e già sufficiente per denotare l '

per altro, già erano apparse nella miniatura bolognese alcune novità espressive che, prima di procedere

forme imminenti di Niccolò da Bologna, miniatore bolognese operosissimo per tutta la seconda metà del secolo

fondi astratti una vera lanterna magica della vita bolognese del Trecento; esempio unico in tutta la

, quasi, il miracolo avviene nella cameretta bolognese della Santa, presso il letto sprimacciato!

d 'espressione in tutto il migliore Trecento bolognese. Quali rapporti siano intercorsi fra l

forse di pochi mesi, anche un miniatore bolognese, forse il solito Pseudo Niccolò o il

bonaria casalinga, di cordiale « reggitora » bolognese. Si torce il Bambino (in una

pur sola, basterebbe a ridare al pittore bolognese il luogo che gli compete accanto ai più

sentore di arte settentrionale, tra lombarda e bolognese. Tornando al Presepio di Vitale, il

. Per affinità di gesti svincolati nella miniatura bolognese contemporanea vedere anche la miniatura della Matricola dei

proprio come gli scherani di qualche fazioso aristocratico bolognese del 1350; e, nella spezzatura dei

. Nessun dubbio che l 'opera sia bolognese; bastando a dimostrarlo la forma locale della

Giotto. Chi è questo bolognese che così intensamente toscaneggia? Ci pare difficile

; probabilmente, si dovrà pensare di un bolognese educato dapprima da Vitale, quando già questi

. Lo stesso rapporto fra un fondo invincibilmente bolognese e la sopraggiunta norma toscana si scopre,

, proprio verso il 1360-65 , un pittore bolognese, nato verso il 1325, Dalmasio degli

da costituire un parallelo con l 'anonimo bolognese della Crocefissione della Pinacoteca. (Si avverta

l 'abbiamo già avvistato in una miniatura bolognese verso il 1340-50 (Pseudo Niccolò) e

brutale, che dimostra come il fondo naturalistico bolognese, una volta venuto a contatto con il

dimostrare, anche gli affreschi pisani sono opera bolognese. Del resto, con quale ritegno

. Il pittore, se non erriamo, bolognese, incolla su questo ampio rettangolo offertogli dal

, fosse arabescato coi racemi continui della miniatura bolognese contemporanea, i valori e l 'effetto

A riconfermare, del resto, la paternità bolognese che noi proponiamo per l 'opera,

pensa piuttosto ai feudatari dell 'alto Appennino bolognese; dubito, insomma, che il Guidoriccio

ceto regionale; che è poi sicuramente quello bolognese se ritorna, così palesemente, anche nel

delle forme singole; mentre, nel pittore bolognese, la vecchia struttura simbolica e ideografica diviene

una composizione a modulo verticale, il pittore bolognese ha la bella pensata di metterlo là di

. Naturalmente l 'incontro avviene nella miniatura bolognese, e precisamente su un foglio di Niccolò

come dovettero andare le cose: il pittore bolognese ebbe, probabilmente, esplicito e tassativo incarico

neanche a pensarlo; il temperamento naturalistico del bolognese si prova a distinguerlo, a materializzarlo,

cavarli da una certa fondamentale dolcezza, il bolognese, con un po 'di mimica da

angeli « tetralati », particolari alla miniatura bolognese. Per tutta la scena, del

purissimo, in volgare illustre; il pittore bolognese nel volgare padano, pieno di idiotismi,

possono bene spiegare ammettendo volentieri che il pittore bolognese, venuto a Pisa verso il '55

che si apre col Gaddi e col nostro bolognese e séguita con Andrea da Firenze (1377

che quel ciclo appartenga a un pittore trecentesco bolognese, Millard Meiss non riesce a comprendere come

nuova conoscenza delle qualità più genuine del Trecento bolognese, e quando, soprattutto, sia riconosciuto

; come riconferma soprattutto l 'aspetto schiettamente bolognese del famoso ciclo del Camposanto. A

'appartenenza dei famosi affreschi a un pittore bolognese venuto a Pisa intorno al 1355-60 ; qualche

1350-53 , l 'attività giovanile di un bolognese oggi ignorato; ma come mai, in