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La Pittura del Trecento nell'Italia Settentrionale

Longhi Roberto 50 risultati

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più malinteso fra tutti quelli che vertono sulla pittura italiana di quel gran secolo, ed ha

unità e nel suo grado di valore la pittura trecentesca della valle Padana, ebbe sede proprio

che s 'è fin qui data alla pittura trecentesca dell 'Italia settentrionale), vediamo

qualche volta, negli studi moderni, la pittura italiana del Trecento nell 'Italia settentrionale è

s 'intende, in paragone alla grande pittura fiorentina o senese. Oppure guardate ai notissimi

e dei nessi che le apparentano) la pittura, appunto, dell 'Italia del Nord

, fin dal 1912, alla storia della Pittura e miniatura in Lombardia dai più antichi monumenti

i saggi dello Schlosser su parecchi argomenti della pittura padana del Trecento; così come utili ampliamenti

pittorico in Verona e su alcuni punti della pittura veneziana dello stesso secolo; e da quelli

anche delle divergenze fra la miniatura e la pittura locale nei primi decenni del secolo, si

famosi e problematici cicli d 'affresco della pittura del Trecento in Toscana, quello del Camposanto

toscani. Chiarire le varianti personali nella pittura bolognese subito dopo Vitale, significa chiarire il

soltanto dopo la metà del secolo penetrino nella pittura bolognese motivi formali di fonte toscana (portato

in Firenze, eppure, nel quadro della pittura fiorentina contemporanea, di uno spicco così insolito

iniziatosi dalla complessa figura di Vitale, la pittura del Trecento nell 'Italia settentrionale sembra trovare

fin qui condotti con falso metro, della pittura grandissima, ma profondamente diversa, del Trecento

, volgiamoci a Siena, centro di una pittura che divide con Firenze la fama di dominatrice

a Giottino cade completamente fuori del quadro della pittura fiorentina, come si manifesta coerentemente per tutto

artigiane e il loro trapassare palesemente anche in pittura e miniatura dove pure la tecnica può essere

le vedremo seguitare pervicaci in tante zone della pittura trecentesca; ma non si vuol perciò dimenticare

tener presente per i molti suoi riflessi nella pittura trecentesca di Bologna. Vi abbondano le composizioni

primi decenni del secolo, qualche documento di pittura locale. Ecco, nel romanico Battistero

, dei rapporti fra la miniatura e la pittura locale nei primi decenni del Trecento. Purtroppo

primi decenni del Trecento. Purtroppo, della pittura in Bologna o per Bologna, nel primissimo

Decretali. Appena tocco dalla tecnica nuova della pittura italiana, Vitale ristudia piuttosto per proprio conto

Ecco una delle più antiche opere superstiti della pittura trecentesca bolognese; e già sufficiente per denotare

atticciatelle sotto la vesticciola leggera. Tutta la pittura meno accarezzata che nelle opere precedenti, anzi

i ritmi gracili del primo tempo nella nuova pittura, riuscendo a innovare continuamente l 'invenzione

verranno alle trasformazioni, ormai imminenti, della pittura di Bologna e dello stesso Vitale.

la scena degli avori francesi prima che della pittura toscana. Anche Andrea da Firenze,

come una gran macchina da riscaldamento. Nella pittura del Trecento questa è iconografia assolutamente unica;

di Pisa, essa non ha riscontri nella pittura toscana; ne ha invece uno strettissimo,

, in relazione anche più stretta con la pittura toscana, ci dà prima la Crocefissione della

sale alla chiesetta è ancora trattato con una pittura franca e d 'impasto come nelle opere

. Ogni segno di coerenza locale nella pittura trecentesca bolognese parte e discende da Vitale;

ascella, è un frammento bellissimo, di pittura sottile e pastosa, anticipante le morbidezze di

anzi, ciascuno a suo modo, la pittura locale nella seconda metà del secolo; il

più begli avori bizantini, eppure vibrante di pittura a tocchi impressionistici (tradizione ellenistica ripresa dai

nella scuola riminese i primi contatti con la pittura, ora più « gotica », ora

, stanno a dichiarare il progressivo mutarsi della pittura riminese dai primi del secolo a circa il

sa splendidamente assimilare da un cinquantennio di gloriosa pittura locale gli elementi che meglio convengono alle sue

sue tendenze; soprattutto quelli che riguardano una pittura ricca, vibrante, di tocco quasi impressionistico

quella del giudicato. Lasciata così la pittura bolognese verso il 1380, cioè quando ormai

ci condurranno a incontrare altre grandi persone della pittura trecentesca padana; nessuna delle quali, come

personalissimo di certe tendenze già pregnanti nella precedente pittura bolognese. Un verismo acutamente narrativo circola

berretta, come lo conosciamo in esemplari della pittura bolognese, per esempio negli affreschi della navata

una variante bonaria e meno alata della umanissima pittura bolognese (nella cimasa a cuspidi dell '

siamo di passaggio a Ferrara, dove la pittura trecentesca fu quasi esclusivamente d 'importazione (

ci offre modo di risalire verso la contemporanea pittura di Padova. Anzitutto occorre riunire la tavoletta

del cretto sull 'oro. (Stessa pittura in egual materiale subisce, col tempo,