mirabili, con tutti gli avertimenti ch 'io v 'ho detto. E in materia
potete a lui aguagliarlo? Aret. Io vi lascio, Fabrini, e lascierò sempre
la quale è difetto escusabile e, come io dissi avanti, Spesso occhio ben
due è più perfetto. Aret. Io vi dico che Rafaello sapeva far
altro. Poi vi dovete ricordare ch 'io v 'ho detto ch 'è di
è detta da 'Greci charis, che io esporrei sempre per 'grazia '.
quando egli volle, e perfettamente; senzaché io vi ritorno a dire che in tutte le
incontro, la facilità, parte, come io dissi, difficile a conseguire; et halla
movano. Fab. Questo non niego io. Ma voi, che dite di quelle
di Michelagnolo? Aret. Io non ne voglio parlare, percioché questa è
parte che possono giudicar parimente tutti; né io vorrei col mio dire offenderlo. Fab
. In ciò non dite altro; che io so che 'l panneggiar di Rafaello
sola. E così potete, mi credo io, oggimai vedere che fra questi due nel
che ho udito dire a molti, et io ancora così vi affermo, che le cose
anni di sua vita (come ne posso io farvi fede e come scrive il Vasari con
stato grato; e di qui inanzi son io per credere ciò che credete voi, ché
di qualche altro pittore. Aret. Io non mi soglio stancare per così piccioli ragionamenti
; e questo ancora è cosa ch 'io v 'ho promesso, né voglio mancar
coloritore che disegnatore. Ma che vi dirò io di Francesco Parmigiano? Diede costui certa vaghezza
medesima città meritamente isquartato. Fab. Io comincio bene a vedere che Michelagnolo
in tutti i moderni; percioché, come io dissi, egli camina di pari con la
a vedere, ebbe a dire: " Io stimo che Tiziano in quel nudo
istoria di Federico Barbarossa, quando, come io dissi, bacia il piede al papa;
istessa. Voi vedete bene che queste opere io le trascorro, percioché, a voler solo
già vi ho ragionato; in guisa che io vi conchiudo che non fu mai pittore che
di colorito e d 'invenzione. Ma io vado ritenuto e scarso nelle sue laudi,
non pitture. Fab. So ben io che di aver ritratto o altra pittura di
. Tutto questo è verissimo; e perché io stimo che non vi resti altro in questa
è, ma con la distinzione ch 'io v 'ho detto di sopra. E
ho detto di sopra. E di presente io temo che la pittura non torni a smarrirsi
: « Quest 'acqua chiara, che io ho veduta, m 'ha fatto venir
di grazia, leggetela un poco, perché io non l 'ho più intesa »,
Son le pompe di queste ch 'io celebro, Ove sì dolcemente amor m
natural colore. Alto soggetto ch 'io miri e contempre, Ancor ch '
'ebber titol di beltade. Et io, che più farei, Se '
facessero che già fecero ». « Io mi tengo da voi, disse M.
. Rispose M. Polidoro: « Io non negherò che la pittura [non] abbia al
. Soggiunse M. Ruggiero: « Io dessidererei sapere da che avviene che, essendo
. Disse M. Silvio: « Io darei la lode de l 'invenzione più
. Soggionse M. Ruggiero: « Io sono de l 'opinione di M.
, fatto un computo de 'tempi, io fo una ragione per la quale do la
con la lingua ». « Et io, soggiunse M. Francesco, aggiungerei che
ninfe marine, et altre cose tali che io sarei lungo a raccontarle ». Disse
Terminale fusse in questa forma adorato, ma io crederei che più tosto i posteri che Numa
Poi che a voi così piace, che io legga questa lezzione, io non posso né
piace, che io legga questa lezzione, io non posso né voglio contradirvi, ché me
per ubbidire a chi mi può comandare, io lo farò volentieri ». « Non
soggionse M. Vincenso, ché anch 'io sono de la vostra professione, e quello
travagli del suo male. Ma che vo io mendicando gli esempi degli antichi, avendone in
ch 'imposto vi fu direte, et io Sarò forzato o rider o dormire.