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Discorso intorno alle imagini sacre e profane, diviso in cinque libri, dove si scuoprono varii abusi loro e si dichiara il vero modo che cristianamente si doverìa osservare nel porle nelle chiese, nelle case et in ogni altro luogo. Raccolto e posto insieme ad utile delle anime per commissione di Monsignore Illustriss. e Reverendiss. Card. Paleotti Vescovo di Bologna. Al popolo della città e diocese sua.

Paleotti Gabriele 50 risultati

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  • Trattati d'arte del '500
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concederci, dichiarate. Il che per meglio fare, tratteremo prima delle statue quanto al popolo

chiese, perché, solendo intorno ad esse fare il popolo giuochi, spettacoli e concorsi publici

Roma l 'insegna della croce, volendo fare conoscere che il vero trofeo non a quella

biasimate con dire che in esse si suol fare da molti maggior capitale assai che nelle operazioni

imagine et il ritratto in che hanno a fare il loro fondamento. Il che tanto più

oziosamente in lasciarsi rimirare dal pittore, per fare ritrarre quella figura di corpo, che in

, che puoté avere forsi buon fine nel fare porre le sue imagini, essendo nelle altre

spesso che uno ricerca l 'altro a fare copia di sé stesso e lasciarsi ritrarre.

ha da vedere quello che ragionevolmente si deve fare; e perché questo caso riguarda due persone

convenirsi. Quando ancora, non per fare piacere alcuno al prencipale né ad altri,

religioso o qualonque altro, non deve subito fare sinistro giudicio di quel tale, poiché può

d 'altri, nel che è necessario fare differenza tra l 'atto del procurarli e

quello che riguarda la persona del pittore nel fare alcun ritratto, acciò sappia anco egli come

perché talora sotto simulati pretesti si viene a fare fraude alla pudicizia et onestà, però non

che dall 'altro canto si mettesse a fare sempre sinistro giudicio di essere ricercato a cattivo

dubiosi raccordiamo al pittore che egli, nel fare ritratti, non si scosti punto dalla verità

stampa o miniatura del libro ciò dicesse di fare; così di sospetto non mancaria chi tali

e circonstanze di esso. E per meglio fare intendere il concetto nostro, diciamo che il

bianco , sì come communemente sogliono fare i pittori, senza alcun segno di livore

leggere un libro o ritrarre qualche cosa o fare altro atto che ricerchi chiara luce, certo

perché non serà parimente lecito al pittore di fare il medemo col pennello, che a lui

vengono ad ingannare le persone. Perciò per fare vero giudicio delle cose serà ottimo conseglio l

peccare in ciò. Il che avressimo potuto fare con molto maggiore varietà de casi, che

congionte o disgionte: congionte seranno, come fare il capo di fanciullo ad un corpo grande

'adorazione de 'Maggi si affaticheranno per fare un camello meraviglioso, o un moro carico

di quello soggetto e che non hanno a fare punto con l 'opera principale; le

però volere con questo ubligare un pittore a fare minutamente ogni particella che pertenga a quella imagine

, ch 'è ragionevole, ha da fare ancora le cose sue sempre deliberatamente, dirizzandole

più s 'approssimeranno a questa osservazione nel fare le pitture o scolture, più mostreranno di

che eccitino il cuore in un sùbito a fare festa, che diciamo ridicolo; però di

essercitarsi più virtuosamente; sì come chi vuol fare un gran salto, spesso si tira indietro

parimente in quel punto si ritrovarà ancora esso fare il medesimo. Li iureconsulti, servendo più

meravigliose, pensandosi egli per tal via di fare stupire ogni uomo della eccellenza dell 'arte

essere accaduto al re Tolomeo, che con fare spettacolo agli Egizzii di un camelo insolito e

a qualch 'altra cosa che si volesse fare, o che convenisse a quel luogo che

; il che ognun vede che si potria fare medesimamente in tutti i santi, che,

altri, e tenere ancora modo a ciò fare conveniente, esprimendo le circonstanze necessarie e fuggendo

sapere bene il pittore quella materia che vuol fare; perché, come dicea Socrate, quelle

pittura, perché né anco queste si debbono fare a capriccio, di propria invenzione, né

sì come sono i luoghi che si sogliono fare per riporre frutti, vini, grani,

saprà la causa perché s 'avessero a fare sotto terra e perché la loro origine uscisse

scrive Svetonio; ma questo non ha che fare con le pitture. Scrive il Nazianzeno di

legge ch 'erano sotto terra escavati per fare ridutti di cose oscene e disoneste; altri

furono alcuni poeti che s 'ingegnarono di fare studiosamente certi versi senza significato, ma solamente

avendo ancora di più essi ritrovato modo di fare queste grottesche con lo spolvero, dove poco

pittore merita maggiore commendazione, poi che col fare simili figure quasi nel frontispicio si dichiara che

invenzioni; le quali maggiormente disdicevole sarà di fare nei luoghi publici et aperti, per le

oltre ciò, sono necessarie altre particolarità per fare conoscere che sia questa o quella virtù,

parlato giudiziosamente e molto a proposito per poter fare un ritratto de 'detti loro e rappresentarlo

hostis. Ma di più: per fare queste pitture delle virtù, potrà talora l