pittori, che lo fa divino. Ma io non voglio rapportarmi, come dite, ad
ma solo alla ragione; ché, se io volessi accostarmi al parer di altrui, senza
avedersi molto bene Michelagnolo ch 'io non vinco Bastiano (perché poca loda sarebbe
. Aret. Il medesimo ho udito io ancora da altri. Fab. Diffinitemi
assomigliano alle cose naturali. Laonde, quando io vi averò dimostro, questa perfezzione trovarsi molto
, senza fallo ne seguirà quello che io vi ho replicato più volte. Né ciò
che ci ascolti. Aret. Et io vorrei che ci fosser molti, perché,
'uno all 'altro superiore. Et io nel discorrer sopra questi due pittori spero di
pittore con lo scrittore. Fab. Io per la domestichezza, signor Pietro, che
dignità della pittura. Che, se bene io ne ho letto altre volte, non l
far giudicio di pittura. È vero che io trovo l 'esempio in voi, che
memorie antiche. Ma ecco che io voglio di queste vostre altre dimande a tutto
dee fu rimesso ad un pastore. Ma io non intendo in generale della moltitudine, ma
de 'virtuosi infiammano gli uomini, come io dico, alla virtù et alle opere buone
di seguir la materia ordinata, acciò che io sappia fare il giudicio ch 'io ricerco
che io sappia fare il giudicio ch 'io ricerco. Aret. Avrei potuto assai
richiesta. E tornando nel camino donde uscito io sono, avendo diffinita la pittura e detto
che non discordi: come sarebbe, se io avessi a dipingere il piover della manna nel
a cavallo del serpente. Fab. Io niuna di queste opere ho veduto. Ma
pittor letterato, sia almeno intendente, come io dico, delle istorie e delle poesie,
ancora essi pittori. Le stanze (che io le ho conservate sempre, come gioie bellissime
è più da prezzarsi. Aret. Io stimo che un corpo delicato debba anteporsi al
queste sono cose facili. Fab. Io non le sapeva. Aret. Se
sempre continuando un tale ordine. Questa varietà io non riprendo; ma dico che, essendo
delle principali difficultà dell 'arte. Onde io crederei che chi più spesso gli mettesse in
senza nome. E questo diletto non intendo io quello che pasce gli occhi del volgo,
non per via di scorti. Ma pure io son di parere che, per le cagioni
non turbare il diletto. Fab. Io, se fosse pittore, gli userei non
, molti troppo rosse . Io, per me, bramerei un colore anzi
'altri pittori, de 'quali se io facessi in lor presenza menzione, essi torcerebbono
le fa, e la negrezza ch 'io dico dell 'ombre fiere e disunite.
ma nel sapergli maneggiare convenevolmente. Ho conosciuto io in questa città un pittore, che imitava
Onde Apelle soleva dire che Protogene (se io non prendo errore) in ciascuna parte del
allegato Orazio: « Se vuoi ch 'io pianga, è mestiere che tu avanti ti
diremo un poco più avanti, percioché ora io voglio venire al paragone per cui è nato
Fab. È buona pezza ch 'io attendo che ci vegniate. Aret.
, quanto al movimento, poche pitture ho io veduto qui in Vinegia, levandone quelle del
egli questa convenevolezza? Aret. Se io voglio piacere a voi et a 'suoi
cose, sì per la riverenza ch 'io gli porto e che si dee portare a
non voglio anco aver detto questo; benché io no 'l dica per mordere, né
per mordere, né per mostrar ch 'io solo sappia. Fab. Gli occhi
anco disonestamente si abbracciano. Aret. Io vi potrei rispondere che Rafaello non
, di zucchero fino. Aret. Io non mi discosto punto dalla verità. Né
'porci le margherite. E questo vorrei io ancora credere che fosse stato l 'intendimento
avanti, acciò che non paia ch 'io dica male d 'un uomo che per
la profondità delle allegorie che nascondono. Ma io vi dirò di lui come dicono che ebbe
« Se non vuoi essere inteso, né io voglio intenderti »; e con queste parole
conveniente sacrificio a Vulcano. Così voglio dire io, poi che Michelagnolo non vuole
intese se non da pochi e dotti; io, che di questi pochi e dotti non
stato in quelle altre. Fab. Io v 'ascolto. Aret. No