valenti pittori. Lasciamo il Peruggino, Giotto firentino, Rafaello d 'Urbino
Tener lo campo, et ora ha Giotto il grido, Sì che la
, fu Aristide Tebano, e modernamente Giotto. Bene è vero che i pittori
'si vede ancora delle cose di Giotto, che ce n 'è pure
'arte, e fra gli altri Giotto, di perfettissimo ingegno. Morì
lui, secondo si dice, abitò Giotto suo discepolo. Dicono che la morte
non avesse contrastato la grandezza di Giotto suo discepolo, sarebbe la fama sua
tener lo campo, et ora ha Giotto il grido, sì che la
avesse. E ciò fu cagione che Giotto suo creato, mosso dalla ambizione della
Giotto pittor fiorentino Quello obligo istesso
, il medesimo si deve avere a Giotto, perché essendo stati sotterrati tanti anni
inetta avesse forza d 'operare in Giotto sì dottamente, che 'l disegno
per suo nome alle fonti fece nominare Giotto. Questo fanciullo crescendo d 'anni
. Per il che, sendo cresciuto Giotto in età di X anni, gli
pregio, trovò inella villa di Vespignano Giotto, il quale, in mentre che
Dante Alighieri, coetaneo et amico di Giotto et amato da lui per le rare
di messere Forese da Rabatta e di Giotto. Furono le sue prime pitture
dallo studio accresciuta, perciò che era Giotto studiosissimo e di continuo lavorava. Et
cortigiano che vedesse che uomo era questo Giotto e l 'opere sue, e
Fiorenza per vedere l 'opere di Giotto e pigliar pratica seco; e così
così una mattina arrivato in bottega di Giotto che lavorava, gli espose la mente
disegno per mandarlo a Sua Santità. Giotto, che cortesissimo era, squadrato il
disegno che questo? ". Rispose Giotto: " Assai e pur troppo è
conosciuto ". Partissi il cortigiano da Giotto, e quanto e 'pigliasse malvolentieri
, tanto fece nel tondo disegnato da Giotto; e nella maniera che egli l
sei più tondo che l 'O di Giotto. Il quale proverbio non solo per il
di stucchi per abellire questa opera di Giotto. Fu di sua mano la nave
, " E perciò - gli rispose Giotto - son io alloggiato vicino a Porta
volta, dicendogli il re: " Giotto, s 'io fusse in te
capriccio il suo reame, per che Giotto gli dipinse uno asino imbastato che teneva
lo scettro della podestà. Domandato dunque Giotto dal re nel presentargli questa pittura del
delle più belle et eccellenti cose che Giotto facesse per le leggiadrissime considerazioni che ebbe
e l 'avarizia sua. Mostrò Giotto in tre figure che in aria sostengano
loro fanno conoscere l 'eccellenzia di Giotto, come si vede in una figura
certamente fra tutte le cose fatte da Giotto in pittura, questa si può dire
molto la pratica e la maniera di Giotto. Nel tramezzo della chiesa in detto
tavolina a tempera dipinta di mano di Giotto con infinita diligenza e con disegno e
'tempi un miracolo il vedere in Giotto tanta vaghezza nel dipignere, e considerare
maestro. Avvenne che per aver Giotto nel disegno fatto una bellissima pratica,
città che si facesse il campanile, Giotto ne fece fare col suo disegno un
del continuo: ma non sì che Giotto la potessi veder finita, interponendosi la
tanta virtù com 'era quella di Giotto si convenissi e a una patria come
discepolo in su lo stesso modello di Giotto, et è opinione di molti e
sua città. Furono similmente creati di Giotto Simon sanese, Stefano fiorentino e Pietro
artefici di quella per le maraviglie che Giotto faceva a paragone di quelli che inanzi
Stefano l 'arte della pittura da Giotto, il quale l 'amò molto
poco tempo, dopo la morte di Giotto, lo avanzò di maniera, d
e del vocabolo lo tenghino figliuol di Giotto; ma io per alcuni stratti ch
'fosse figliuolo di Stefano che di Giotto. Egli fu certamente molto parco
. Puossi attribuire a costui che dopo Giotto ponesse la pittura in grandissimo miglioramento,